JESI - Si indaga ancora sull’incidente mortale sul lavoro avvenuto venerdì pomeriggio a Campomarino, in provincia di Campobasso, nel cantiere edile allestito per lavori di consolidamento e manutenzione a uno dei piloni dell’autostrada, dove l’operaio edile 55enne Mario Tracinà è precipitato nel vuoto. Catanese d’origine ma jesino di adozione, Tracinà stava lavorando su una impalcatura al di sotto della strada per effettuare la manutenzione delle fondamenta, quando improvvisamente - per cause in corso di accertamento - è precipitato, facendo un volo di 30 metri.
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Difficile dire cosa sia accaduto in quell’istante, poiché sull’impalcatura era da solo e i colleghi di lavoro presenti al momento in diverse zone del cantiere, si sono accorti solo dopo aver udito un urlo.
I lavori di ripristino dei piloni dell’autostrada, commissionati dalla Direzione generale di Autostrade Italiane Spa, erano stati assunti in subappalto da una ditta del Fermano per cui Tracinà lavorava. I carabinieri hanno riscontrato che l’operaio indossasse l’imbracatura e i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa di sicurezza sui luoghi di lavoro, ma sul loro effettivo funzionamento o sul corretto utilizzo seguiranno certamente approfondimenti tecnici tramite dei periti incaricati dalla Procura.
Gli inquirenti stanno cercando di capire, anche tramite le risultanze necroscopiche e le testimonianze raccolte, cosa via sia alla base della caduta: se un difetto sui dispositivi, un malore che gli abbia fatto perdere l’equilibrio, o addirittura il vento che venerdì soffiava forte e che a quell’altezza potrebbe aver creato difficoltà. Intanto ieri mattina all’obitorio dell’ospedale San Timoteo di Termoli si è svolta l’ispezione cadaverica disposta dal pm Ilaria Toncini ed eseguita dai medici legali dell’ateneo di Foggia. Non ancora sciolta la riserva se verrà disposta o meno un’autopsia. I familiari di Tracinà – la moglie e le due figlie – attendono nel dolore il nullaosta del magistrato per la sepoltura del familiare.