Jesi, Playstation col "Bonus cultura", è truffa: maxi confisca alla commerciante, multe per milioni anche a 2.500 ragazzi

Jesi, Playstation col "bonus cultura", è truffa: maxi confisca alla commerciante, multe per milioni anche a 2.500 ragazzi
Jesi, Playstation col "bonus cultura", è truffa: maxi confisca alla commerciante, multe per milioni anche a 2.500 ragazzi
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Giovedì 1 Giugno 2023, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 09:07

JESI - Biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici, musica, libri e prodotti dell'editoria audiovisiva. Erano tanti i prodotti a cui potevano accedere i neodiciottenni con il "Bonus cultura". Ma non smartphone, tablet o Playstation o altre consolle per giochi. Come, invece, hanno fatto migliaia di giovani della Vallesina, grazie al sistema messo in piedi da un'imprenditrice del posto. Il Comando Provinciale della Finanza di Ancona, a seguito della condanna per indebita percezione di erogazioni pubbliche, ha confiscato depositi bancari, immobili e contanti ad un’imprenditrice della Vallesina.

L'inchiesta 18APP

La confisca è l’atto conclusivo dell’Operazione “18App”, portata a termine dai finanzieri della Compagnia di Jesi, nel corso della quale è stato smascherato un artificioso sistema di frode con cui l’esercizio commerciale coinvolto aveva ottenuto ingenti rimborsi relativi ai ‘’bonus cultura’’ spesi da migliaia di diciottenni.

Infatti, circa 2.500 giovani con la complicità dell’impresa avevano nel tempo comprato prodotti elettronici come computer, smartphone e tablet, non rientranti nelle categorie previste dalle condizioni di utilizzo del bonus.

L’indagine ha portato alla contestazione di sanzioni amministrative per oltre 2.700.000 euro sia nei confronti dei giovani coinvolti che dell’imprenditrice, denunciata insieme all’altro socio per il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche.

La confisca

Dopo la sentenza di condanna, l’Autorità Giudiziaria dorica ha emesso un provvedimento di confisca eseguito dalle Fiamme Gialle jesine che, attraverso complesse ricostruzioni patrimoniali, hanno assicurato all’Erario depositi bancari, immobili e contanti per un importo di circa 530.000 euro, dei quali 140.000 rinvenuti all’interno di una cassetta di sicurezza intestata ad una terza persona, estranea ai fatti, ma nella disponibilità degli imprenditori.

L’operazione svolta dai militari della Guardia di Finanza rientra nelle molteplici attività che vedono il Corpo in prima linea nella prevenzione e repressione degli illeciti in materia di spesa pubblica, al fine di garantire il corretto impiego, secondo gli scopi previsti dalla legge, delle risorse destinate alla collettività.

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