Jesi, esplode la centrale termica:
Giuliano lotta tra la vita e la morte

Jesi, esplode la centrale termica: Giuliano lotta tra la vita e la morte
di Talita Frezzi
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 05:45

JESI - Un’esplosione, un boato fragoroso e un uomo scaraventato a terra, sanguinante, sbalzato a cinque metri di distanza da una delle caldaie dell’impianto termico dell’ospedale Carlo Urbani. Lotta tra la vita e la morte Giuliano C., 50 anni cuprense, dipendente di una cooperativa esterna che si occupa della manutenzione degli impianti della Asur, investito ieri dall’esplosione di una caldaia.
 

 


 
L’incidente è avvenuto verso le 11, l’operaio stava effettuando una manutenzione alla caldaia nel locale della centrale termica dell’ospedale in via dell’Agraria. Per cause in corso di accertamento da parte della polizia di Stato - intervenuta con a polizia locale, vigili del fuoco, carabinieri e tecnici dell’Asur - l’uomo è stato investito da un improvviso e violento scoppio che lo ha scaraventato a cinque metri di distanza. Una deflagrazione così potente da far saltare il cappello della canna fumaria dell’edificio a quasi 100 metri di distanza fino al cortile di una vicina abitazione. Quella da cui sono scattati i soccorsi.
È stato proprio un residente ad andare a controllare nel locale caldaia e a rinvenire a terra l’operaio ferito. Immediato l’allarme al 118. Sul posto sono intervenuti i sanitari dell’automedica del 118 e della Croce verde di Jesi, mentre dalla centrale operativa del soccorso di Ancona veniva inviata l’eliambulanza Icaro01 che atterrava in via Moro, mentre il poveretto è stato trasferito al pronto soccorso del Carlo Urbani in codice rosso. È stato stabilizzato e intubato, poi trasferito all’ospedale regionale di Torrette con un codice di massima gravità. I vigili del fuoco hanno messo in sicurezza il sito. Il magistrato di turno ha disposto il sequestro dell’impianto di riscaldamento danneggiato. Fino al pomeriggio le squadre dei vigili del fuoco e i tecnici hanno lavorato per far ripartire l’impianto ausiliario e ripristinare il riscaldamento e la fornitura dell’acqua calda all’intero ospedale, interrotta al momento dell’esplosione, nel tardo pomeriggio il problema era risolto.
Le conseguenze
La struttura del locale-caldaia non ha riportato danni strutturali. Ma l’incidente ha sollevato non poca preoccupazione tra le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil e confederali dell’Area vasta2 che hanno espresso la loro solidarietà e vicinanza all’operaio. «Occorre garantire la massima sicurezza dei lavoratori che non può essere oggetto di attenzione solo nei casi di incidenti rilevanti ma va costantemente presidiata».

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