Al canile non c’è il riscaldamento
I volontari: «Coperte per i cuccioli»

Al canile non c’è il riscaldamento I volontari: «Coperte per i cuccioli»
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Sabato 23 Dicembre 2017, 05:35
JESI - L’arte di arrangiarsi è la stessa per i randagi senza casa, così come per il piccolo esercito dal cuore d’oro di dipendenti e volontari dell’associazione I Miei Amici Animali onlus che da un mese e mezzo cerca, come può, di far fronte a un grave problema, quello del freddo. A causa di un guasto all’impianto elettrico, nonostante le ripetute segnalazioni, non c’era stato nulla da fare e l’associazione, che gestisce il canile sanitario di via Zanibelli (oltre al rifugio di Moie) s’è dovuta arrangiare come può, tra scaldini, stufette portate da casa, coperte e lampade, acqua scaldata sul fuoco. 
 
«La burocrazia è lenta - ci spiegano dallo staff del canile - spesso ci sono pochi servizi sanitari per gli uomini, figuriamoci per gli animali. Ma a forza di insistere, alla fine oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) il tecnico è venuto e sembra che abbia individuato il guasto. La struttura è datata, l’impianto elettrico è dispersivo e non riesce a supportare la caldaia che è nuova. Solo che ci vorrà ancora qualche giorno di pazienza per aggiustarlo, speriamo che entro fine anno la situazione possa tornare alla normalità». Il canile di Jesi svolge il servizio di accalappiamento randagi nel comprensorio territoriale della Asur 5 e servizio veterinario. 
I cani, ospitati fino a un massimo di 70, vengono sottoposti a cure sanitarie che per i primi 15 giorni sono a carico dello Stato poi dei singoli Comuni. Nella struttura di via Zanimbelli c’è anche una colonia felina con oltre 100 micetti, di cui si occupa una volontaria. Il problema del freddo al canile ha messo a repentaglio soprattutto le (precarie) condizioni dei cuccioli sottoposti a interventi chirurgici, quelli che tendono ad andare in ipotermia, i cani più anziani e i gatti incidentati. 

«Gli altri si scaldano tra loro o si arrangiano con le coperte ma per i cani malati, per quelli più anziani e sottoposti a interventi chirurgici servono maggiori riguardi e attenzioni. Ci siamo organizzati come potevamo, con stufette elettriche, lampade lasciate accese anche di notte e acqua scaldata sul fuoco... ma la città ci è solidale».
 
Il signor Giannetto arriva insieme a noi, porta sacchi di cibo e scatolette per i gatti, li accarezza uno per uno tutti e loro fanno le fusa. Li prende in braccio, sono docili, in cerca di un po’ di amore. Ma come Giannetto in tanti si stanno mobilitando. «Molti jesini sono venuti a portarci coperte calde in lana e pile - concludono dal canile - così da aiutarci ad affrontare questa emergenza freddo nel modo migliore. Certo, ne servono ancora, come sono utili scatolette di cibo specifico per cuccioli di cani e gatti, giochi (palline, animali in plastica, peluches, corde per i denti..), cestini, cuscini, guinzagli e museruole, lettiere e sabbietta, cucce in legno... ma soprattutto serve una casa ai nostri cagnolini e gatti. Qui al canile non ci sono solo cani randagi e gatti abbandonati, ma anche cuccioli riportati indietro perché non si sono trovati bene con i proprietari». C’è un freddo che non si attenua con le coperte, che è quello dell’abbandono. Dunque, sarebbe bello che chiunque voglia andare al canile a portare aiuti, lo faccia anche con il cuore aperto alla possibilità di adottare un cucciolo, cagnolino o gatto che sia. Il calore essenziale è quello di carezze e affetto.
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