In quarantena più di mille jesini, il sindaco Bacci: «Questo è un bollettino di guerra»

In quarantena più di mille jesini, il sindaco Bacci: «Questo è un bollettino di guerra»
In quarantena più di mille jesini, il sindaco Bacci: «Questo è un bollettino di guerra»
di Fabrizio Romagnoli
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 07:10

JESI  - «Ventotto le classi scolastiche in quarantena, focolai in tutti gli istituti, 381 positivi e oltre mille quarantene in città. Un bollettino di guerra vero e proprio». Così si è espresso il sindaco Massimo Bacci, in isolamento nella sua abitazione dopo la positività al Covid, nel relazionare in Consiglio in video conferenza sulla situazione del contagio in città. «I numeri crescono in maniera esponenziale giorno dopo giorno - ha spiegato Bacci - stiamo vivendo il momento più complesso da quando la pandemia è iniziata. Medie e superiori resteranno chiuse anche la prossima settimana, sulla base di un’ordinanza regionale. Per la primaria c’è da valutare». 

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A Jesi la zona arancione, con l’aggiunta già da questa settimana della didattica a distanza per le scuole secondarie di primo e secondo grado, era stata anticipata dall’amministrazione comunale stessa prima ancora dei provvedimenti della Regione. «Sul territorio sono presenti le varianti del virus e i tecnici ipotizzano che entro fine marzo oltre il 50% sarà contagiato da queste - ha detto Bacci -.

Lo sto vivendo sulla mia pelle, anche stare attenti può non bastare. Si evitino assembramenti e si cerchi di stare il meno possibile a contatto con altri. Spero si abbia quanto prima la possibilità di vaccinare quante più persone».

Su questo fronte, le vaccinazioni sono partite alla casa di riposo di via Gramsci, a partire dagli operatori e da un primo gruppo di anziani. È toccato invece all’assessore ai Lavori pubblici Roberto Renzi, in risposta all’interpellanza di Emanuela Marguccio (Pd) e all’interrogazione di Samuele Animali (Jesi in Comune), fare il punto su critiche e discussioni intorno all’aspetto assunto, ad un anno dal rifacimento, dalla pavimentazione di piazza Pergolesi e al fatto che il materiale scelto sarà poi lo stesso anche per il nuovo Corso Matteotti. Nessun ripensamento in vista, ha ribadito Renzi. «Non c’è nessun problema di modifiche da fare rispetto a quanto concordato con la Sovrintendenza e gli esperti e non ci sono dubbi di inadeguatezza del materiale – specifica l’assessore - penso che la pavimentazione possa non piacere ma non si può dire che sia difettosa, stia ingiallendo o cambi colore». 


Renzi indica un’altra criticità: «Quelli che abbiamo piuttosto dovuto riscontrare di già sono danneggiamenti dovuti ad una frequenza non appropriata, ad esempio con gli skateboard o a fiammate da esplosione di petardi». L’assessore difende sia il colore assunto dalla pietra sia le scelte in merito a dimensioni e spessore. «Si passa dal blocchetto alla lastra quando si passa da una strada abituata al transito di mezzi alla pavimentazione di uno spazio pedonale, da vivere a piedi. È vero, come scritto dall’architetto Morgante, che lo spessore è maggiore in città come Firenze. Lì non vi sono sottofondi ma la terra, d’abitudine per i centri storici toscani. Ma oggi sono cambiate le situazioni e si realizzano pavimentazioni con sottofondi in calcestruzzo, che crea magari maggiori problemi per gli interventi successivi ma rappresentano una ossatura importante e fondamentale». 

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