Due condanne a tre anni
​per le martellate in famiglia

Due condanne a tre anni ​per le martellate in famiglia
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Mercoledì 4 Marzo 2015, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 10:54
JESI - Due condanne a tre anni di carcere per l'aggressione a martellate ai danni di un gommista in un'autofficina di Jesi. La sentenza del giudice di Ancona Paolo Giombetti è arrivata ieri nei confronti di Carolina Ginet Batista, 29 anni, e Mario Rafael Sanchez Brea, 28 anni, originari di Santo Domingo, accusati di concorso in lesioni personali gravi ai danni di Andrea Giardinieri: l'uomo venne aggredito il 5 febbraio 2010 per 'vendetta' dopo una lite in una famiglia 'allargata' e finì in ospedale con le ossa del setto nasale e il seno mascellare destro fratturati. Lesioni guaribili in 30 giorni. In precedenza, per la stessa accusa, aveva patteggiato dieci mesi di reclusione (pena sospesa) per lo stesso reato René Guillermo Naveo che partecipò alla spedizione punitiva. Il tribunale ha invece assolto dall'accusa di lesioni personali Teresa Carmen Perez, 35 anni, dominicana, scagionando anche Tania Mercedes Naveo De La Cruz, 57 anni, anche lei originaria di Santo Domingo, accusata solo di presunte minacce di morte telefoniche ai danni della moglie del gommista. Alla parte civile costituita tramite l'avv. Fabio Fittajoli è stato concesso un risarcimento danni di 27 mila euro. L'aggressione sarebbe scaturita da una lite tra lo jesino e la Perez fuori dalla scuola dei figli: lei - fidanzata di Guillermo, figlio di Naveo De La Cruz, nuova compagna del padre del gommista - avrebbe voluto consegnare ai bambini un cellulare per chiamare il nonno a Santo Domingo mentre Giardinieri e la moglie si erano opposti, ritenendo opportuno che fossero loro a mettere in contatto i piccoli con il nonno. Era volata qualche parola di troppo e i due si erano spintonati. Poi era scattata la ripicca. A pestare lo jesino, per il tribunale, oltre a René Naveo, furono Batista e Brea. Mentre la Perez è stata ritenuta innocente. La difesa, avvocato Ivan Liuti, ha sostenuto che i tre avevano solo accompagnato con l'auto il Naveo e che la sua compagna era entrata in officina per dividere i due uomini, finendo per essere spintonata da un collega di lavoro della parte offesa. Batista, per la difesa, sarebbe entrato per difendere la donna e avrebbe preso in mano il martello per spaventare gli altri. La difesa proporrà appello.
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