Jesi: assalto alla Mercedes, razzia
di accessori. Rotte quattro vetrine

Jesi: assalto alla Mercedes, razzia di accessori. Rotte quattro vetrine
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Sabato 15 Luglio 2017, 04:55
JESI - Colpo nella notte all’officina della Mercedes-Benz Mbj di via Rossi, nella zona Zipa, dove i ladri hanno fatto incetta di accessori griffati, per un valore di 4.000 euro, portando via anche il fondo cassa che ammonta a circa 200 euro. Oltre a scappare con il bottino si sono lasciati alle spalle anche dei danni. I banditi, entrati in azione nella notte tra giovedì e venerdì, hanno forzato una porta antincendio, aiutandosi con un piede di porco, riuscendo ad introdursi nel salone dove hanno agito indisturbati.

Nessuno si è accorto subito ma solo ieri mattina il personale si è reso conto dell’intrusione avvenuto mentre l’attività era chiusa. Una volta dentro i malviventi hanno preso di mira la cassa, dove hanno trovato diversi rotolini di monete e altro contante, circa 200 euro, per poi dirigersi verso le vetrine interne al salone che custodivano accessori a marchio Mercedes-Benz. Hanno rotto quattro vetri per asportare gli articoli. Centinaia tra borse, zaini, cover per i cellulari, portachiavi, penne e profumi. Tutti gadget della casa automobilistica di cui Mbj è l’officina autorizzata a Jesi. Del furto si sono accorti ieri mattina i dipendenti poco prima delle 8, quando sono andati ad aprire. Hanno subito chiamato i carabinieri, giunti sul posto con una pattuglia per un sopralluogo in cerca di impronte o elementi che potesse ricondurli all’identità dei banditi.

Le indagini sono in corso. La zona non è videosorvegliata e, trattandosi di un’area industriale, è scarsamente frequentata nelle ore notturne. Non ci sono testimoni oculari. «Abbiamo stimato come valore della merce rubata poco più di 4000 euro – spiega il titolare – perché in cassa ci saranno stati al massimo 200 euro e altri 4000 euro per tutti gli accessori rubati. Ci sono poi da considerare i danni perché quattro vetrine sono state rotte. Erano chiuse a chiave e per prendere i vari accessori in esposizione le hanno dovute rompere. Per entrare hanno forzato una porta – prosegue -, probabilmente con un piede di porco, e rotto una catena».
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