Jesi, inferno in casa, botte alla moglie: l’ex violento finisce in carcere a Montacuto

Inferno in casa, botte alla moglie: l’ex violento finisce in carcere a Montacuto
Inferno in casa, botte alla moglie: l’ex violento finisce in carcere a Montacuto
di Federica Serfilippi
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Domenica 7 Maggio 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 15:26

JESI  - La condanna per maltrattamenti in famiglia diventa definitiva: si spalancano le porte del carcere per un 45enne jesino. L’uomo è stato arrestato e condotto a Montacuto lo scorso venerdì dagli agenti del Commissariato di Jesi. Dovrà scontare due anni di reclusione. Avendo altri precedenti penali, in particolar modo per reati contro il patrimonio, l’uomo non ha potuto accedere a misure alternative alla detenzione in carcere previste dall’ordinamento giuridico. 


I fatti


Le condotte passate sotto la lente del tribunale dorico risalgono al 2022, anno in cui l’ormai ex moglie ha sporto denuncia per i soprusi avvenuti tra le mura domestiche.

Si è rivolta alle forze dell’ordine perché non sopportava più il suo tenore di vita, intriso di paura e ansia per i maltrattamenti subiti. Non solo fisici, ma anche psicologici. Si è così attivato il meccanismo del Codice Rosso, il pacchetto legislativo introdotto per tutelare le donne vittime di violenza. E nel giro di poco tempo il 45enne è finito a giudizio con l’accusa di maltrattamenti. Il tribunale lo ha condannato a due anni di reclusione.

Con la sentenza passata in giudicato, è scattata l’esecuzione della pena per mano degli agenti del Commissariato di Jesi. Gli agenti si sono recati nell’abitazione dell’uomo nel primo pomeriggio di venerdì. Dopo un primo momento di sorpresa e smarrimento, non ha opposto resistenza all’esecuzione. Accompagnato al Commissariato di pubblica sicurezza di Jesi, è stato sottoposto all’identificazione foto-dattiloscopica per poi essere trasferito nel carcere di Montacuto per scontare la sua pena. 


I dati


Durante l’ultima festa della polizia, celebrata alla Lega del Filo d’Oro di Osimo, era stato proprio il questore Cesare Capocasa a lanciare un allarme sui reati legati al Codice Rosso. «Il dato sulle violenze di genere – aveva detto - è sempre più inquietante e intollerabile. L’attività operativa e di indagine, pur con efficaci risultati, non è sufficiente ad arginare fenomeni che richiedono un cambiamento culturale». Dal primo aprile 2022 al 31 marzo 2023 sono stati 6 gli arresti in flagranza per le violenze di genere. Denunciate 55 persone. Gli agenti hanno eseguito 12 misure cautelari per divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa; in 5 sono stati collocati ai domiciliari e altrettanti in carcere. Sono 22 gli ammonimenti emessi dal questore.

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