Il soccorritore Serse Caldarella era sull’ambulanza schiacciata: «L’Sos, poi il mancamento. Ancora vivo per miracolo»

Il soccorritore Serse Caldarella era sull’ambulanza schiacciata: «L’Sos, poi il mancamento. Ancora vivo per miracolo»
Il soccorritore Serse Caldarella era sull’ambulanza schiacciata: «L’Sos, poi il mancamento. Ancora vivo per miracolo»
di Sabrina Marinelli
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Martedì 29 Novembre 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 07:47

SENIGALLIA - È vivo per miracolo Serse Caldarella, 59 anni, autista soccorritore della Croce Rossa sopravvissuto al terribile incidente di ieri. Ha riportato un trauma cranico senza conseguenze, la frattura di alcune costole e ha delle vertebre schiacciate. È fuori pericolo e la sua famiglia ha potuto tirare un sospiro di sollievo seppure nell’immensa tragedia costata la vita ad altre due persone, meno fortunate di lui. «Da quel poco che abbiamo appreso, perché ancora di ufficiale c’è poco, Serse avrebbe fatto in tempo a chiamare i soccorsi per poi svenire un attimo dopo - racconta il fratello Stefano, agente della polizia locale di Senigallia -. Fortunatamente è fuori pericolo anche se ne avrà per parecchio. Se tutto va bene lo dimettono mercoledì (domani, ndr) ma poi dovrà trascorrere almeno un mese fermo a casa. Se penso a ciò che è accaduto, è stato miracolato».  


La prognosi


Serse è ricoverato all’ospedale regionale di Torrette dove è stato trasferito subito dopo l’incidente in gravi condizioni. La prognosi è di almeno 40 giorni ma per la famiglia è un sollievo sapere che ce la farà. «Non l’ho potuto vedere – prosegue il fratello – parla a fatica, gli hanno dato dei sedativi per il dolore e non si deve sforzare.

L’ha visto solo la moglie. Non sembra che ricordi molto dell’incidente per il momento. Siamo ancora tutti sconvolti per l’accaduto e il nostro pensiero va alle vittime».

Serse Caldarella è molto conosciuto in città: oltre ad essere un dipendente storico del comitato locale della Croce Rossa Italiana, lo si vede spesso nel tempo libero nell’edicola di famiglia al mare. A preoccupare tutti, non solo i familiari, sarà la sua ripresa psicologica perché quanto accaduto non sarà facile da superare. Per lui la prova più dura non sarà tanto rimettere in sesto il fisico, ma dover accettare che il suo giovanissimo collega e il paziente che trasportavano, non ce l’hanno fatta.

Nessuno ha ancora avuto il coraggio di affrontare l’argomento con lui, viste le condizioni, ma di certo si è reso conto da solo, prima di perdere i sensi, delle tragiche conseguenze dell’incidente. Ieri mattina lui e il giovane collega erano usciti per accompagnare il paziente, come facevano spesso, anche se Serse e Simone, in qualità di soccorritori dipendenti della Cri, erano abituati ai soccorsi più complicati e a salvare vite umane a supporto del 118. Una vita messa a servizio per il prossimo che li ha visti ora coinvolti nell’incidente, con due differenti destini. Quando si sarà ripreso, Caldarella verrà ascoltato dalla polizia stradale per sapere cosa ricorda di quegli attimi. Anche la sua testimonianza sarà preziosa. 

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