MONTEMARCIANO - Non hanno avuto nemmeno il tempo di proteggersi, di rendersi conto del pericolo, di schivare quell’auto fuori controllo che, come un proiettile impazzito, li ha sorpresi alle spalle e li ha scagliati a venti metri di distanza, mentre pedalavano verso casa in sella alle loro bici dopo un pomeriggio trascorso in spiaggia. Un impatto tremendo, violentissimo, che non ha dato scampo ad Alberto Catani, 42 anni, agente di commercio, una vita sui campi da calcio - all’inizio della carriera ha militato anche tra i professionisti con Vis Pesaro e Fano - e alla fidanzata Stefania Viterbo, di 3 anni più giovane, barese trapiantata nelle Marche per amore. Convivevano a Montemarciano, coltivavano il sogno di un futuro insieme, spezzato dal tragico incidente di giovedì sera sul lungomare.
La ricostruzione
Erano le 23,30 quando una Fiat Panda, guidata da una cameriera 38enne con la figlioletta di 7 anni al suo fianco, mentre viaggiava in direzione Ancona ha falciato le bici dei due fidanzati che pedalavano sul ciglio della strada, stretta e scarsamente illuminata, tra gli stabilimenti Nialtri e Chalet a Marina di Montemarciano.
I rilievi
Sull’asfalto non sarebbero stati trovati segni di frenata: circostanza che confermerebbe come la conducente della Panda non si sarebbe accorta, nel buio della notte, della presenza dei due fidanzati in bici. Gli investigatori stanno visionando le immagini riprese dalle telecamere dei due chalet sulla spiaggia tra i quali è avvenuto lo schianto mortale e sono impegnati ad ascoltare le persone che, allarmate dal frastuono, sono accorse e hanno visto morire due persone sotto i loro occhi, in quell’inferno di lamiere, vetro e sangue.
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