MONTEMARCIANO - «Quando abbiamo sentito quel frastuono, siamo subito usciti dal bar per avvicinarci alle due persone a terra. La donna purtroppo era già deceduta. Così io e il mio collega abbiamo provato a soccorrere l’uomo che era con lei, ma non abbiamo potuto fare niente: è morto sotto i nostri occhi». Eleonora è una giovane infermiera che lavora a Torrette.
Stava sorseggiando un drink allo Chalet, sulla spiaggia di Marina di Montemarciano, insieme agli amici, quando ha avvertito il rumore tagliente delle lamiere e le urla strazianti di chi è sopravvissuto alla tragedia. È stata lei la prima a soccorrere Alberto e Stefania, i due fidanzati travolti e uccisi dalla Fiat Panda impazzita. «Ci siamo avvicinati di corsa, ma abbiamo capito subito che purtroppo non c’era nulla da fare», dice Eleonora, provata come decine di persone incredule, giovedì sera, di fronte a quello che assomigliava a uno scenario di guerra. «Dallo choc non riusciamo nemmeno a parlare - balbetta un dipendente dello Chalet -. Siamo usciti tutti dal ristorante per capire cosa fosse successo, io ho provveduto a bloccare il traffico. Ma no, non ce l’ho fatta ad avvicinarmi: ho capito subito che quei due poveretti erano morti sulla strada. L’ho intuito dall’espressione dei due infermieri che li hanno soccorsi per primi. Che tragedia».
s. r.
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