In 2 mesi trovate 21 tartarughe morte
L’ultima spiaggiata è Fortuna, lei è viva

In 2 mesi trovate 21 tartarughe morte L’ultima spiaggiata è Fortuna, lei è viva
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Sabato 12 Gennaio 2019, 08:45
SENIGALLIA - Quattro tartarughe rinvenute ieri lungo l’arenile, tre morte ed una ancora in vita. L’hanno chiamata Fortuna gli uomini della guardia costiera che l’hanno soccorsa insieme ad un veterinario dell’Asur, dopo la segnalazione ricevuta. È stata notata nei pressi della spiaggia di Cesano. In ipotermia ma ancora viva. Un esemplare adulto, lungo un metro e larga 70 centimetri. È stata avvolta in una coperta isotermica e trasferita al centro recupero di tartarughe di Riccione, specializzato nella loro cura. Lei ce l’ha fatta ma altre tre ieri sono morte. 

 

Il mare le ha restituite lungo l’arenile di levante. Una a pochi passi dalla Rotonda. Un strage iniziata lo scorso novembre che, in poco più di due mesi, ha visto morire 21 Caretta Caretta e sopravvivere solo Fortuna, la 22esima spiaggiata. L’Ufficio locale marittimo ha voluto approfondire ed una delle carcasse verrà sottoposta ad una necroscopia per accertare le cause del decesso. È stata portata all’Istituto zooprofilattico di Pesaro dove verrà eseguito l’esame. Una sorta di autopsia per capire cosa abbia provocato la morte. «I rapidi cambiamenti climatici e la presenza di plastica in mare possono essere le cause – spiega Eugenio My, comandante dell’Ufficio locale marittimo – nei prossimi giorni avremo maggiori dettagli perché l’Asur ha disposto su una delle carcasse, nel frattempo trasferite presso l’istituto zooprofilattico di Pesaro, una necroscopia proprio al fine di accertarne le cause del decesso».

Fenomeni troppo frequenti per essere ignorati e registrati come fisiologici al termine di ogni mareggiata. Dal centro di recupero, cura e riabilitazione delle tartarughe marine, dove è ricoverata Fortuna, da qualche tempo stanno analizzato la sindrome della “cold stunning” meglio noto come stordimento da congelamento. Ed è quello che sarebbe accaduto anche a Fortuna. Si verifica con sbalzi termici molto forti, sorprendendo le tartarughe. L’altra causa che di solito concorre nel generare la moria di questi splendidi animali marini è l’inquinamento. Plastica gettata in mare che lì rimane non essendo biodegradabile. A volte le tartarughe finiscono per cibarsene, anche involontariamente, trovando la morte. La necroscopia che verrà effettuata nei prossimi giorni su una delle 21 carcasse darà delle risposte più precise. I cittadini assistono al fenomeno preoccupati ed impotenti. Vorrebbero fare qualcosa per evitare questa strage. Intanto è necessaria una segnalazione rapida, la stessa che ha permesso di salvare Fortuna.


Se qualche Caretta Caretta viene rigettata dal mare già morta e resta spiaggiata, per altre potrebbe esserci ancora qualche margine di speranza. Durante i vari rinvenimenti dei giorni scorsi una signora, insieme al suo cane, è rimasta a vegliare una tartaruga che ancora si muoveva, seppure poco. Purtroppo però per lei non c’è stato il lieto fine. È morta nonostante la tempestiva segnalazione. Altre volte però, come accaduto ieri a Cesano, si può fare ancora in tempo. Nel dubbio quindi è sempre meglio chiamare la capitaneria di porto che manderà sul posto il personale dell’Ufficio locale marittimo e il servizio veterinario dell’Asur di supporto per il soccorso.
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