«Ha massacrato la vicina per pagare
un debito». Il gup lo rinvia a giudizio

«Ha massacrato la vicina per pagare un debito». Il gup lo rinvia a giudizio
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Mercoledì 24 Luglio 2019, 05:50
CHIARAVALLE - Nessun rito alternativo per ottenere, in caso di condanna, uno sconto di pena. Il processo per la morte dell’85enne Emma Grilli, rapinata e uccisa in casa la mattina del 17 luglio 2018, si snoderà davanti ai giudici popolari della Corte d’Assise. Così è stato deciso all’udienza preliminare presieduta dal gup Paola Moscaroli per tracciare il destino del 58enne Maurizio Marinangeli, imputato per omicidio premeditato e rapina. Senza la richiesta di riti alternativi, il vicino di casa della vittima – da quasi un anno recluso a Montacuto – è stato rinviato a giudizio. Prima udienza il 4 ottobre. Marinangeli, difeso dagli avvocati Emiliano Carnevali e Raffaele Sebastianelli, è convinto di poter smontare l’impianto accusatorio durante il dibattimento.

 

Ieri, ha preso parte all’udienza. C’erano anche alcuni familiari della vittima che si sono costituiti parte civile attraverso il legale Massimiliano Russo. Stando alla ricostruzione della procura, il 58enne (affetto da ludopatia), sarebbe stato spinto a uccidere per ripagare un debito di 60 euro con un amico. Non avendo liquidità a causa di una perdita al gioco del Bingo avvenuta il 16 luglio, aveva scelto la vicina di casa del piano di sotto per trovare facilmente i soldi. Si era fatto aprire la porta dall’anziana e, una volta nell’appartamento, l’aveva sorpresa da dietro, colpendola con un coltello da cucina: 42 ferite, di cui 11 fendenti, erano state individuate dal medico legale sul corpo dell’anziana, trovata in una pozza di sangue dal marito.

Da casa erano spariti quattro monili: una fede, un ciondolo e una collanina. Per la procura, Marinangeli li aveva portati a un Compro Oro di Falconara per incassare 400 euro. Per il gup è dunque credibile il quadro accusatorio ricostruito grazie al lavoro investigativo puntuale e approfondito dei carabinieri del reparto operativo, proseguito alla ricerca di prove anche dopo l’arresto del presunto assassino. Completamente diversa la versione difensiva. Il 58enne ha sempre sostenuto di non essere il killer. In un interrogatorio avvenuto lo scorso maggio con il pm Gubinelli ha confermato, però, la sua presenza al Compro Oro dove i carabinieri hanno ritrovato la refurtiva. I preziosi gli sarebbero stati consegnati la mattina stessa del delitto da un ragazzo albanese domiciliato a Falconara che lo aveva contattato per chiedergli di andare a vendere i monili.

Lo straniero è in carcere per altri reati. Stando alla difesa, la sua posizione non sarebbe stata vagliata in maniera approfondita: «Non sono state prese in considerazione ipotesi in forza delle quali la vittima fosse in attesa di qualcuno nell’abitazione, che un terzo si sia introdotto in assenza dei proprietari, e non è stata sufficientemente indagata la persona indicata dal Marinangeli. Dell’imputato non c’è traccia nell’appartamento e nelle pertinenze condominiali. Il movente è presuntivo ed ipotetico, nemmeno in relazione con la condotta descritta nell’imputazione».
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