Il rettore Gregori: «Green pass importante ma c’è bisogno di coerenza. Un comportamento uniforme per evitare confusione»

Gian Luca Gregori, rettore dell'Università Politecnica delle Marche
Gian Luca Gregori, rettore dell'Università Politecnica delle Marche
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 5 Agosto 2021, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 08:09

ANCONA - 
«L’ultima cosa che serve, in questo momento, è la ridda dei pareri». Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, è perentorio, riguardo alle norme per l’accesso degli studenti all’ateneo, aule e laboratori. «Aspettiamo le decisioni del Comitato Tecnico Scientifico e del governo». 

Rettore, avete preso in considerazioni ipotesi, vagliato soluzioni?
«Nell’ultimo incontro in Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, l’indirizzo è risultato unanime: non possiamo prendere decisioni, finché non riceveremo indicazioni chiare.

Poi ci adegueremo. L’obiettivo espresso già chiaramente dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, è di tenere lezioni il più possibile in presenza. Ma tutto è condizionato, oggi più che mai, da diversi fattori, tra cui l’ampiezza delle aule. La normativa nazionale, che terrà conto di tutte le variabili in gioco, saprà darci indicazioni, cui ci atterremo». 

 
Per quando è attesa la normativa?
«Le lezioni dovrebbero riprendere alla metà di settembre, confidiamo che sia diramata entro la fine di agosto». 


Nel frattempo? 
«Aspettiamo, ma senza stare con le mani in mano. Domani, noi rettori delle università marchigiane ci riuniremo per discutere altre tematiche, tra cui quelle relative alle facilitazioni per studenti meno abbienti, con gli interventi da intraprendere assieme alla Regione Marche».


Quindi non discuterete delle modalità di accesso alle lezioni? 
«Credo che sia unanime, com’è emerso già in Crua, l’indirizzo attendista: ripeto, aspettiamo indicazioni chiare dal governo. In una situazione del genere, è difficile, e deleterio, esprimere opinioni random. Bisognerebbe avere sicurezze, e dopo un anno e mezzo di pandemia, di quali sicurezze disponiamo? Ognuno di noi dà la sua interpretazione, ma poi si deve procedere concordi, seguendo indicazioni univoche, provenienti da chi vi è deputato». 


A proposito di pareri, lei ritiene che il Green Pass sia imprescindibile anche per accedere all’università? 
«È chiaro che in casi come questi la libertà individuale può scontrarsi con la libertà di altri, e ogni posizione si presta a essere fraintesa. Una cosa è certa: una vaccinazione massiva aiuterebbe, molto. Una campagna di persuasione degli incerti è fondamentale». 


Lei non ha mai lesinato un’opinione franca e perentoria. Perché stavolta non si sbilancia? 
«Perché è un tema sul quale bisogna evitare comunicazioni contraddittorie, o che creino confusione. Con serenità, preferisco aspettare quello che sarà deciso dal governo». 


I rettori italiani hanno deciso di condizionare l’autonomia di cui dispongono a misure prese dall’autorità superiore? 
«Una scelta sarà fatta: aspettiamo e ci adegueremo. La nostra autonomia si esplica in altre materie. Altrimenti si genera confusione. L’esigenza della chiarezza, evitando un inutile blabla, è stata espressa dallo stesso premier Draghi. Come pure l’importanza della vaccinazione di massa e del Green Pass. Su questo non si discute. Ma dobbiamo tutti tenere un comportamento uniforme e coerente. L’ultima cosa che serve, adesso, è la difformità di posizioni tra le istituzioni. Lo ribadiremo in Conferenza dei Rettori delle Università Marchigiane, e mi consta che atteggiamenti analoghi si registrino anche nelle altre regioni italiane». 

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