Green pass, la rabbia di Polacco: «Basta, si scagliano sempre contro le attività produttive»

Massimiliano Polacco direttore di Confcommercio
Massimiliano Polacco direttore di Confcommercio
di Andrea Maccarone
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Venerdì 16 Luglio 2021, 04:10

ANCONA - Il green pass della discordia. Bar e ristoranti sul piede di guerra. E Confcommercio si prepara a dare battaglia. 


Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali, qual è la vostra posizione in merito? 
«Non siamo d’accordo, ovviamente. Non capiamo perché bar e ristoranti debbano essere nuovamente colpiti da questo tipo di misure. Ogni volta che si deve usare il pugno di ferro, si finisce sempre per scagliarsi contro le attività produttive».

  
C’è un’altra via? 
«Si utilizzi il green pass per i trasporti, ad esempio.

Quando chi non è vaccinato si renderà conto che non potrà viaggiare, allora forse si deciderà. Ma non è possibile pensare di estendere il limite di accesso a tutti i locali al pubblico». 


Dunque auspica una soluzione che interessi solo certi servizi?
«Bisogna valutare attentamente, questo è sicuro. Ma se l’intento è incentivare la popolazione a farsi vaccinare, di certo non è la strada giusta quella di perseguitare i piccoli imprenditori. E’ un gioco che ha durato fin troppo. Ora basta». 


Però in Francia lo spauracchio del green pass esteso a tutte le attività ha fatto registrare un’impennata delle vaccinazioni. Non è d’accordo? 
«Macron ha fatto la sua scelta, noi dobbiamo farne una diversa. Lo ripeto, se non sono stato abbastanza chiaro: no al green pass ovunque, sì invece in alcune situazioni specifiche dove il contagio può essere più probabile». 


Tra l’altro si torna a parlare di zone gialle imminenti. Che rischi ci sono per l’economia locale? 
«Sarebbe un problema enorme per la stagionalità, in un momento in cui il turismo è ripartito. Sono tornati anche gli stranieri, cosa che non ci aspettavamo. Evitiamo inutili allarmismi, perché i dati della nostra regione sono pienamente in linea con quelli nazionali». 


C’è il timore di nuove restrizioni dopo l’estate? 
«Per carità, neanche a dirlo. Che non si pensi di adottare di nuovo la misura delle chiusure in caso di un rialzo dei contagi. Troviamo un modo per sensibilizzare ulteriormente i cittadini a vaccinarsi, ma mai più chiusure delle attività». 


Dunque si torna in pressing sulla politica per scongiurare possibili misure restrittive? 
«Per fortuna stiamo trovando delle forze politiche che ci ascoltano di più. Abbiamo inviato una lettera al presidente Acquaroli che ci ha subito risposto e si è esposto in prima persona per evidenziare quanto l’inutile allarmismo sul rialzo dei contagi abbia rischiato di mettere in crisi la nostra economia». 


Si parla sempre di attività ricettive tra le più colpite, ma c’è un altro settore che soffre maggiormente la crisi della pandemia? 
«Le discoteche, che sono chiuse da più di un anno. Poi, però, assistiamo al proliferare degli eventi abusivi nelle spiagge. Ci vuole maggiore controllo. Le discoteche sarebbero gli unici luoghi autorizzati a poter svolgere il servizio di intrattenimento, eppure non possono riaprire».

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