Il governatore Acquaroli non ha dubbi: «Ora serve un capoluogo che guidi questa regione»

Il governatore Acquaroli non ha dubbi: «Ora serve un capoluogo che guidi questa regione»
Il governatore Acquaroli non ha dubbi: «Ora serve un capoluogo che guidi questa regione»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 17 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche: il primo turno delle Amministrative di Ancona ha fatto registrare un risultato storico per la città. Non era mai capitato prima che il centrodestra arrivasse in vantaggio al ballottaggio. Qual è stata la ragione di questo successo secondo lei?
«È dovuto ad un’elezione in cui si sono confrontati i diversi programmi e ai risultati di quelle che sono state le amministrazioni passate. Penso che i cittadini abbiano votato su questo e che sia un segnale. Certo, si tratta del primo turno e ce ne sarà un secondo, quindi si tratta di una lettura inevitabilmente parziale, dato che al ballottaggio le dinamiche sono completamente diverse. Ci sono spazi che, dialogando, possono essere recuperati come quello del non voto nel primo turno».

 
A proposito del ballottaggio: per fare un esempio, a Roma Michetti stravinse al primo turno, ma poi il centrosinistra si ricompattò e alla fine a spuntarla è stato Gualtieri. Temete lo stesso tipo di ribaltone ad Ancona?
«Il voto amministrativo su Roma è anche un po’ politico, mentre quello su Ancona no: ha una rilevanza molto più locale.

Dimensioni e logiche, a mio avviso, sono diverse. Ma c’è una cosa che vorrei sottolineare».

Prego.
«Credo che il risultato di questo primo turno sia il frutto di quanto visto ad Ancona in questi ultimi anni. Una parte della città si è aggregata su un’alternativa e questo è un dato evidente. Anche quando il centrodestra era andato bene, l’aveva fatto con risultati sempre subalterni al centrosinistra. E con dei blocchi opposti: centrodestra contro centrosinistra».

Ora invece?
«C’è un’area fortemente civica che si è aggregata per la prima volta in maniera reale al centrodestra e che rappresenta spaccati della società dorica che finora non si era riusciti ad intercettare per dare vita ad un’alternativa al centrosinistra».

All’interno del centrodestra sono cambiati i rapporti di forza: dalle Politiche alle Amministrative, la golden share è passata dalla Lega a Fratelli d’Italia. In Regione non è così e lei ha più volte ribadito che gli equilibri non si toccano e restano quelli delle elezioni del 2020. Ma uno sbilanciamento verso FdI non è ormai inevitabile?
«FdI è il partito che in questo momento ha ottenuto i risultati più importanti, ma a noi interessa l’area del centrodestra. Chiaramente, da uomo di Fratelli d’Italia, sono contento che vada bene. Ma il risultato non è di un singolo partito, bensì della coalizione che vogliamo far crescere sempre di più, allargare così che riesca a coinvolgere i territori. Per cambiare un territorio servono sia dinamiche politiche che amministrative ed è importante avere il sostegno di pezzi della società civile per vincere le sfide».

Quando la premier Giorgia Meloni, lo scorso 8 maggio, è venuta ad Ancona per sostenere la candidatura di Daniele Silvetti, ha parlato di filiera. Parafrasando le sue parole dal palco: abbiamo il Governo, abbiamo la Regione, ora manca solo Ancona. Faccia un pronostico: ce la farete ad espugnare la roccaforte rossa?
«Non sta a me dirlo. La decisione spetta agli anconetani. Il mio auspicio è che Ancona torni ad essere una città forte all’interno di una regione che vuole essere forte. Abbiamo bisogno di un capoluogo autorevole e che sappia guidare la regione nelle sfide che ha davanti».

E finora non è stato così secondo lei?
«Basta guardare come siamo collegati e come siamo percepiti al di fuori della regione».

Ancona non è l’unica città marchigiana che andrà al ballottaggio: a Porto Sant’Elpidio il centrodestra non è riuscito a fare sintesi e si è presentato spacchettato. Quali sono state le ragioni? E riuscirete a superare le divergenze nel secondo turno?
«È una scelta che spetta ai candidati sindaco, ma l’auspicio è che ora ci sia la volontà di dare alla città un’alternativa il più larga e il più coesa possibile». 

A Falconara invece, Signorini è stata riconfermata al primo turno.
«Un bel riconoscimento di quanto fatto in questi anni».

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