È geloso, prende a cazzotti la moglie. La figlia corre dai vicini: «Aiutatemi»

È geloso, prende a cazzotti la moglie. La figlia corre dai vicini: «Aiutatemi»
È geloso, prende a cazzotti la moglie. La figlia corre dai vicini: «Aiutatemi»
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Marzo 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12:02

ANCONA -  Botte alla moglie anche sotto gli occhi dei due figli, ancora minorenni: condannato un cittadino filippino per maltrattamenti e lesioni personali. È di due anni la pena stabilita ieri mattina dal giudice Carlo Cimini per l’imputato, un 40enne ormai separato dalla moglie. Lei, connazionale e coetanea, era parte civile con l’avvocato Roberta Montenovo. L’ex marito è stato anche condannato a versare una provvisionale di 8mila euro. 

 
La denuncia


La vittima aveva deciso di denunciare il coniuge dopo l’ultimo episodio di violenza avvenuto tra le mura domestiche.

Un episodio risalente alla vigilia di Natale del 2017 che aveva fatto finire la donna all’ospedale con le ossa del naso fratturate. I medici di Torrette avevano rilasciato una prognosi di 15 giorni. Stando a quanto emerso nel corso del processo, in quell’occasione tra i due era andata in scena una litigata furibonda. Lui accusava lei di averlo tradito. Dopo le parole e le urla in casa, c’erano stati i fatti: secondo l’accusa, il 40enne si era accanito contro la moglie, percuotendole il viso con una raffica di pugni, tanto da farla sanguinare. La figlia della coppia, all’epoca adolescente, era corsa dai vicini per chiedere aiuto dopo aver visto la madre con il volto sanguinante. In casa erano poi arrivati gli agenti della questura dorica e la 40enne era stata trasportata in ospedale. Solo dopo essersi aperta con gli agenti e aver visto le condizioni del viso, si era decisa a sporgere denuncia. 


Il passato


In questura, aveva raccontato di episodi di violenza pregressi, ma anche le sopraffazioni morali subite a causa del marito che, a detta della vittima, l’accusa continuamente di avere delle relazioni extraconiugali, tanto da averlo fatto dubitare della paternità dei due figli. Inoltre, come ricordato dall’avvocato di parte civile, la donna «aveva sì accesso ai soldi per provvedere alle spese di casa, ma doveva riferire su come li spendeva». Ieri, prima della sentenza, è stato l’imputato a testimoniare, riferendo dei tradimenti della moglie e rigettando le accuse. Lui era difeso dall’avvocato Francesco Nucera. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA