Il virus ha infettato le suore di clausura: 4 su 11 sono state portate in ospedale

Il virus ha infettato le suore di clausura: 4 su 11 sono state portate in ospedale
Il virus ha infettato le suore di clausura: 4 su 11 sono state portate in ospedale
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 23 Marzo 2021, 02:25

FILOTTRANO  - Non pensate che il virus sia filtrato attraverso le grate del parlatorio, che nell’immaginario collettivo isolano la vita di un monastero francescano dal resto del mondo. Ormai anche i conventi di clausura, il luogo simbolo più vicino all’essenza del lockdown, hanno interscambi con l’esterno: le badanti che assistono le suore inferme, i tecnici che controllano la caldaia o gli elettrodomestici, le volontarie che entrano per dare una mano nella manutenzione quotidiana.

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Sia come sia, nonostante le mille precauzioni adottate, da una decina di giorni ormai le particelle di Sars-Cov-2 sono entrate anche nel monastero di Santa Chiara di Filottrano, contagiando tutte le 11 sorelle che tra quelle antiche mura osservano il voto della vita in clausura.

Negli ultimi giorni la situazione si è aggravata: quattro monache, di età tra i 60 e i 95 anni, sono state ricoverate in diversi ospedali e le altre sette, anche loro sintomatiche, manifestano problemi di salute assortiti: febbre, respirazione non al meglio, disturbi intestinali. 


Ad aggiornare la situazione sono i bollettini diffusi anche via social dalla Parrocchia filottranese di Santa Maria Assunta, il cui parroco, don Carlo Carbonetti - che è anche vicario dell’Arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina - si trova da dieci giorni in quarantena precauzionale dopo un colloquio nella sacrestia della chiesa di Santa Chiara con alcune delle clarisse che, proprio all’indomani di quell’incontro, si erano scoperte positive al Coronavirus. Stessa condizione di isolamento fiduciario per don Roberto Peccetti, l’ex parroco di Filottrano tornato in sede dopo un lungo periodo da vicario ad Ancona del cardinale Menichelli. Entrambi i sacerdoti stanno bene, non hanno mai manifestato sintomi e dopo un primo tampone negativo effettuato pochi giorni dopo il colloquio con le suore adesso aspettano il test molecolare di conferma per poter tornare in pieno all’attività della parrocchia, che ora seguono dalla loro canonica in modalità smart working. «Per noi nessun problema - rassicura tutti don Carlo -, dobbiamo solo aspettare il nuovo tampone fissato per venerdì prossimo. Preghiamo per le nostre suore e speriamo che si riprendano presto».


L’assistenza alle sorelle dell’Ordine francescano delle Clarisse Urbaniste, informa la Parrocchia di Santa Maria Assunta, è garantita dal medico dell’Usca (le unità speciali di continuità assistenziale che seguono i contagiati a domicilio) che le visita quasi tutti i giorni, da una badante premurosa e da un infermiere privato in servizio la mattina, dalle 8 alle 14. I pasti sono forniti dalla Casa di riposo locale mentre il contatto telefonico con la parrocchia di Filottrano è giornaliero. «Anche domenica in chiesa nella preghiera sono state ricordate le monache di Santa Chiara», ricorda la nota della Parrocchia. Nel monastero di Santa Chiara, un grande complesso ora in ristrutturazione nel pieno centro storico, opera una comunità monastica che ha dato tanto alla collettività filottranese, in passato anche nella formazione dei bambini, con una scuola materna. E dopo il terremoto del 2016 il monastero ha accolto anche le suore di Apiro e di Montalto. 


Il 13 maggio dell’anno scorso, poco dopo la fine del primo lockdow, le clarisse del convento s’erano riunite in assetto anti-Covid (mascherine e posti distanziati) per eleggere alla presenza dell’arcivescovo Spina la nuova Badessa, nella persona di Suor Francesca Cocci, l’assistente Vicaria Suor Giovanna Maria Picchio e le altre due assistenti Suor Maria Chiara Riva Austoni e Suor Margherita Grassi. Adesso vivono un momento difficile, ma tutta la comunità spera che si riprendano presto. 


Intanto sabato prossimo, se il test andrà bene, don Roberto e don Carlo finiranno la quarantena e torneranno a celebrare messa, dando il cambio a don Amandus, l’unico sacerdote rimasto operativo.

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