ANCONA - Si allarga l’inchiesta sui vaccini bluff che il dottor Sergio Costantini avrebbe inoculato a ignari pazienti. Sarebbero una novantina i casi sospetti, dopo la pioggia di telefonate allarmate che ha investito il centralino della polizia. Una novantina, dunque, le persone che hanno il fondato sospetto di aver ricevuto una soluzione fisiologica al posto del farmaco anti-Covid.
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Il 68enne medico falconarese è indagato per falso ideologico e lesioni dopo che il 22 aprile scorso la Squadra Mobile aveva eseguito una perquisizione nel suo ambulatorio di via Marconi, dopo la denuncia sporta da due suoi pazienti, marito e moglie di mezza età: si erano rivolti alla polizia perché avevano assunto la prima dose decantata come Pfizer il 30 marzo, ma avevano ricevuto l’attestato di avvenuta vaccinazione soltanto il 6 aprile. è proprio in questa data che sarebbero arrivate le prime dosi di Pfizer al professionista falconarese che vanta circa 1.500 mutuati.
I controlli hanno poi portato ad allargare il cerchio delle presunte vittime, tra le quali ci sarebbe anche un uomo di 43 anni. Inizialmente sembravano una trentina i casi sospetti, per i quali sarebbero state trovate le liberatorie in data antecedente rispetto alla consegna delle vere fiale anti-Covid, ma il numero in questi giorni è triplicato.
«Non è vero niente, ho somministrato solo vaccini. I miei pazienti mi adorano, non ho mai fatto loro un torto» ha riferito il medico, tramite il suo avvocato Antonella Palmieri, anche se, secondo gli investigatori, in un primo momento avrebbe parzialmente ammesso le sue responsabilità, spiegando di aver ceduto al pressing assillante dei suoi assistiti. Il medico di base continua ad esercitare la professione nel suo ambulatorio, dal momento che non è stato raggiunto da alcun provvedimento interdittivo dell’Ordine. Tuttavia, gli è stata bloccata la fornitura delle fiale.