Testimonianza choc di Sofia Vieira: «Mia mamma vittima di violenza»

La calciatrice portoghese Sofia Vieira
La calciatrice portoghese Sofia Vieira
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Domenica 1 Dicembre 2019, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 11:49

FALCONARA - Una testimonianza diretta della violenza subita da una donna è arrivata ieri pomeriggio dalla biblioteca comunale di Falconara, all’interno del Centro Pergoli di piazza Mazzini. A portare il racconto di vita vissuta è stata la calciatrice portoghese Sofia Vieira, nuovo acquisto del Città di Falconara: la giovane atleta, che ha aderito alla maratona di lettura “150 minuti x 150 donne”, anziché leggere un brano per sensibilizzare contro la violenza di genere ha deciso di raccontare le percosse di cui è rimasta vittima Rosa, sua madre, il clima di terrore subito anche dai figli, fino alla decisione di lasciare l’uomo che la maltrattava. 

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Una testimonianza inaspettata che ha lanciato un messaggio forte nell’ambito della rassegna “Basta!”, organizzata dal Comune di Falconara contro le violenze di genere. La maratona si è aperta alle 15,30 di venerdì, con la lettura del sindaco Stefania Signorini, che ha scelto un testo della criminologa Roberta Bruzzone, cui è seguito appunto l’intervento di Sofia Vieira. In platea anche il presidente del Città di Falconara Marco Bramucci, che ha voluto registrare la testimonianza della calciatrice e l’ha pubblicata sulla pagina Facebook della società. «Vi ricordo che questa è una storia di successo, in cui il coraggio di una donna ha vinto sulla violenza. Però anche questa storia avrebbe potuto avere una vittima: è responsabilità di tutti denunciare e aiutare chi è in difficoltà» ha concluso la Vieira.
«Quella di Sofia è stata una testimonianza davvero toccante - dice il sindaco Stefania Signorini - e ho ammirato il coraggio di questa ragazza nel parlare pubblicamente della sua storia. Ci ha raccontato non solo della violenza, ma anche del legame speciale che si era creato tra madre e figli, cui bastava uno sguardo per capirsi, fino alla decisione di lasciare dopo tanti anni l’uomo che non amava né lei, né i ragazzi. Testimonianze come questa sono capaci di far arrivare un messaggio forte ed era proprio questo l’obiettivo della nostra rassegna».

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