Falconara, lo spaccio viaggia in chat: «Porta le paste». Il pusher verso i lavori socialmente utili

Falconara, lo spaccio viaggia in chat: «Porta le paste». Il pusher verso i lavori socialmente utili
Falconara, lo spaccio viaggia in chat: «Porta le paste». Il pusher verso i lavori socialmente utili
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 07:58

ANCONA - Va verso un percorso di messa alla prova il 35enne falconarese arrestato dai carabinieri della locale Tenenza lo scorso 2 dicembre con 80 grammi di droga, tra hashish (quasi la totalità de quantitativo) e una piccola parte di marijuana. Il congelamento del processo per poter far accedere l’imputato a un iter che preveda lavori socialmente utili è stato chiesto formalmente ieri dall’avvocato difensore Giacomo Curzi al giudice Francesca Grassi.

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L’udienza è stata rinviata al 9 maggio per poter permettere agli uffici competenti di stilare nel dettaglio quanto previsto dalla messa alla prova. 

Le due tesi

Dopo l’arresto il 35enne, disoccupato, era stato rimesso in libertà con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Ha sempre sostenuto l’uso personale degli stupefacenti che i militari gli avevano trovato e sequestrato in casa dopo un’indagine fatta di pedinamenti e appostamenti. Di diversa veduta la tesi dalla procura, che ha contestato al 35enne il reato di detenzione ai fini di spaccio. Un’accusa, sostengono gli inquirenti, basata anche sull’analisi delle chat Whatsapp rinvenute nello smartphone dell’imputato. Il contenuto delle conversazioni sarebbe stato un invito a portare «bomboloni» e «paste», con una allusione – secondo gli investigatori – allo smercio di stupefacenti in una specie di linguaggio in codice. Modus operandi che non è raro trovare nel mondo dello spaccio e utilizzato per non destare particolari sospetti. 

Il sequestro

Durante la perquisizione domiciliare, avvenuta a Camerata Picena, i carabinieri della Tenenza avevano trovato 79 grammi di hashish custoditi in barattoli, 0,7 grammi di marijuana e un coltello usato per tagliare lo stupefacente ancora sporco di residui. I militari, durante la perquisizione domiciliare, avevano anche rinvenuto denaro contante (770 euro) in banconote di piccolo taglio, ritenuto probabile provento dell’attività di spaccio. Stando alla difesa, invece, quel gruzzoletto sarebbe stato il risultato di un prelievo al bancomat effettuato nei giorni precedenti al blitz degli uomini dell’Arma. 

Il precedente

Se il percorso di messa alla prova dovesse essere giudicato positivamente dal tribunale, allora il procedimento penale a carico del 35enne, attualmente disoccupato, verrà dichiarato estinto. L’uomo, alle spalle, ha una condanna, sempre relativa allo spaccio, risalente a 11 anni fa. 

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