FALCONARA - «Ho fatto 17 ore di pronto soccorso all’ospedale di Torrette e ne ho viste di tutti i colori: così non può andare bene e non è certo questo l’esempio di civiltà e senso civico che si deve dare a una collettività». Giuliana Bufarini è la titolare da 42 anni dell’omonima azienda falconarese che si occupa di servizi ambientali, green e smaltimento dei rifiuti. La falconarese è reduce da una brutta esperienza che vuole raccontare, dice, soprattutto perché spera che le cose vadano in un’altra direzione e possano essere migliorate dai responsabili.
Lo sfogo
«Ho avuto un incidente stradale la sera del 10 gennaio – dice l’imprenditrice – quando poco prima dell’ingresso autostradale di Ancona Sud la mia auto è stata tamponata da un’altra autovettura.
Da quel momento Giuliana Bufarini deve aver vissuto una sorta di odissea perché la voce diventa incrinata e il tono molto amareggiato. «Già al momento dell’accettazione – dice la donna falconarese – ho notato l’indifferenza degli operatori: nessuno mi chiedeva il mio stato di salute, mi hanno fatto accomodare, e si fa per dire, su sedie di ferro molto dure e scomodissime, dove era impossibile riposare. Il bagno era in condizioni disastrose ed erano appena le ore pomeridiane, non certo quelle di fine giornata: il contenitore col gel disinfettante per le mani era vuoto, non c’era acqua da bere, l’ambiente era sporco e poco sicuro». Ma quel che più ha causato amarezza in Giuliana Bufarini, che è uscita dall’ospedale la mattina dopo alle 9, dopo 17 ore di pronto soccorso, è stata la sensazione di sentirsi abbandonata a se stessa.
«E col cambio di turno del personale – prosegue – è andata anche peggio: erano tutti solo impegnati al computer. Ci sono pazienti che hanno necessità di sostegno e di aiuto e trovano indifferenza. Ci ho messo tutta la pazienza del mondo, sono stata tollerante, ma alla fine mi sono anche un po’ alterata: sono una imprenditrice e non mi piace chi non svolge il suo lavoro con perizia e competenza, con sensibilità e attenzione. La sala d’attesa è improponibile e anche il nuovo spazio che hanno annesso alla sala di attesa non è in buone condizioni: tutto mi è sembrato in una situazione di degrado e di abbandono».
La riflessione
Giuliana Bufarini non fa di tutta l’erba un fascio e chiarisce il suo pensiero. «So bene che i reparti dell’ospedale regionale sono di eccellenza e sono di qualità – conclude – e che i medici sono apprezzati ma il pronto soccorso deve essere rivisto e ripensato ed i responsabili devono curare i particolari e gli ambienti. Le persone non sono numeri e meritano attenzione».