«Meno tempo per la sanificazione». Bignamini, i dipendenti in allarme. La Fondazione Don Gnocchi: dall’8 novembre ambulatori e strumenti igienizzati in 5 minuti

«Meno tempo per la sanificazione». Bignamini, i dipendenti in allarme. La Fondazione Don Gnocchi: dall’8 novembre ambulatori e strumenti igienizzati in 5 minuti
«Meno tempo per la sanificazione». Bignamini, i dipendenti in allarme. ​La Fondazione Don Gnocchi: dall’8 novembre ambulatori e strumenti igienizzati in 5 minuti
di Gianluca Fenucci
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Domenica 31 Ottobre 2021, 11:24

FALCONARA -  I sindacati Cgil, Cisl e Uil esprimono profonda preoccupazione per quanto prospettato dalla Fondazione Don Gnocchi ai propri dipendenti nei centri ambulatoriali e invitano la direzione dell’istituto Bignamini a non ridurre le misure di sicurezza.

«La nuova organizzazione del lavoro, infatti, secondo le indicazioni datoriali fornite nei giorni scorsi ai lavoratori – affermano preoccupati i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali - prevederebbe la riduzione ad un terzo dei tempi di sanificazione degli ambienti ambulatoriali e degli strumenti di lavoro. Si tratterebbe così di passare dagli attuali 15 minuti a soli 5 minuti di sanificazione, rendendo praticamente impossibile effettuare una adeguata e puntuale igienizzazione che consenta di mantenere elevato il livello di sicurezza e di contrasto al contagio epidemiologico sia per i dipendenti che per l’utenza». 


I sindacati si dicono stupiti se la situazione fosse confermata perchè a distanza di un anno e mezzo dall’inizio di una pandemia feroce come quella che stiamo attraversando, in un momento nel quale l’efficacia della vaccinazione per il personale sanitario sta esaurendosi e necessita di una terza dose, invece di rafforzare le misure di sicurezza si scegliesse di abbassarle. «Stupirebbe ancora di più se a proporre queste misure, che sacrificherebbero la sicurezza in favore del risultato economico – proseguono i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil - fosse un soggetto della sanità privata che è stato colpito duramente nella seconda ondata del Covid da un focolaio».

I sindacati chiedono che la direzione del Bignamini-Don Gnocchi delle Marche si confronti con le organizzazioni sindacali su temi di vitale importanza per utenti e lavoratori, quali sono prevenzione e sicurezza, tempi di lavoro e di sanificazione, e riveda le modifiche all’organizzazione del lavoro che sarebbero state prospettate ai lavoratori e che vorrebbe introdurre a partire dal prossimo 8 novembre. «Altrimenti – preannunciano Cgil, Cisl e Uil - i lavoratori protesteranno duramente anche fino allo sciopero. Non è possibile mettere a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori». Il Bignamini, che ha 32 anni di vita, dal 1° gennaio del 1989 è entrato a far parte della Fondazione Don Gnocchi. 


Il centro di riabilitazione è un’eccellenza marchigiana e un punto di riferimento per molte persone con disabilità gravi che provengono da tutta la regione e non solo. I pazienti sono per lo più bambini con problemi neuropsichiatrici e adulti con problemi ortopedici e neurologici. A livello ambulatoriale, ogni anno le persone che si rivolgono al centro della Fondazione Don Gnocchi sono più di 5mila. Presso la struttura operano un’unità di riabilitazione intensiva, un’unità residenziale di riabilitazione estensiva per pazienti che presentano disabilità neurologiche e psicosensoriali, in età adulta o evolutiva, un’unità speciale per disabilità gravi in età evolutiva per minori con gravi cerebrolesi e il reparto di semidegenza extraospedaliera destinato ad accogliere bambini in età scolare e adulti di età post scolare. Un istituto che è un punto di riferimento irrinunciabile per il territorio.

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