Incendio in raffineria, mezz'ora di terrore. Il sindaco attacca: «L'Api dovrà rispondere della mancata comunicazione»

Un aereo di linea sorvola la zona dell'incendio all'Api
Un aereo di linea sorvola la zona dell'incendio all'Api
di Stefano Rispoli
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 06:00

FALCONARA - «Sembrava la guerra in Ucraina», dice chi ha tremato di fronte alla colonna di fumo che a mezzogiorno si è alzata in cielo dalla raffineria e si è vista da Ancona a Fano. L’immagine di un aereo che taglia la cortina nera per atterrare al Sanzio, poi, ha fatto rabbrividire tutti e ha rinverdito un dibattito aperto, quello dei rischi connessi alla compresenza dello stabilimento, dell’aeroporto e della ferrovia in un fazzoletto. Il peggio è alle spalle perché il rogo scoppiato alle 12 all’Api «è stato domato entro le 12,30 - spiega l’azienda -. Non vi sono persone coinvolte. A contenere ed estinguere l’incendio hanno provveduto la squadra di pronto intervento e gli impianti automatici di emergenza della raffineria e successivamente le squadre dei vigili del fuoco. Le procedure di allerta e coordinamento con gli enti hanno funzionato correttamente, come previsto dal Piano di emergenza interno. Sono in corso sopralluoghi nell’area dell’impianto per verificare le condizioni delle apparecchiature e individuare le cause dell’avvenimento». 

 
Le fiamme sono divampate nell’area degli impianti di cracking termico da una pompa di carica con cui si producono gli idrocarburi paraffinici leggeri: a scatenarle sarebbe stata una perdita di gasolio semilavorato da una linea aerea per il flussaggio. 
L’impianto del cracking è stato subito interrotto, così come quello del visbreaking, le cui operazioni di riavvio sono in corso, dopo la manutenzione programmata: «Potrebbero comportare un temporaneo aumento della visibilità della torcia di raffineria - fa sapere il Comune di Falconara -, la conclusione è prevista entro il 26 febbraio». L’incendio, classificato in categoria 1, ha fatto scattare la fase di preallarme del Piano d’emergenza interno, ma non l’evacuazione completa del sito: sono intervenuti polizia, carabinieri e i vigili del fuoco con 25 uomini, 6 autobotti e 3 mezzi 4x4, insieme al direttore regionale dei Vvf Antonio La Malfa e al comandante provinciale Mariano Tusa. La raffineria è stata isolata, con chiusura a cintura delle varie arterie stradali e il blocco della circolazione ferroviaria sulla linea Adriatica (ma non del traffico aereo) dalle 12,15 alle 14,20 fra Montemarciano e Falconara, con ritardi fino a 70 minuti per 4 Frecce e la cancellazione di un regionale. 
La gestione dell’emergenza ha generato scintille tra l’Api e il Comune di Falconara. «Non appena ho notato le fiamme - attacca il sindaco Stefania Signorini, sopraggiunta all’Api con l’assessore Valentina Barchiesi e il presidente del Consiglio, Luca Cappanera - sono stata io alle 12.01 a chiamare la raffineria, che ora dovrà rispondere della mancata comunicazione dell’incendio: andava immediatamente segnalato, dato l’allarme creato tra la popolazione».

Il Comune, che ha subito attivato il Coc, ha inviato una segnalazione ai Ministeri dell’Ambiente e della Salute, Prefettura, Ispra, vigili del fuoco, Arpam, Asur e Regione Marche. «L’evento è stato classificato dalla raffineria nella categoria di rischio 1 ed è stato ricondotto all’interno del Piano di emergenza interno - continua Signorini -. Ritengo al contrario che, trattandosi di un incendio visibile a decine di km di distanza, tanto da creare spavento ai cittadini di Falconara e dei comuni limitrofi, andavano attivate procedure di informazione più tempestive. È inaccettabile che sia stato il Comune di Falconara a dover chiamare l’azienda per capire cosa stesse accadendo». Dall’Api, per ora, nessuna replica ufficiale. 

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