Che fine ha fatto l’ex Montedison? Mega rudere bloccato dal nulla osta del ministero

Che fine ha fatto l’ex Montedison? Mega rudere bloccato dal nulla osta del ministero
Che fine ha fatto l’ex Montedison? Mega rudere bloccato dal nulla osta del ministero
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Lunedì 13 Febbraio 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 08:51

FALCONARA  - «Il Comune sull’ex Montedison attualmente ha le mani legate ed è impossibilitato ad intervenire anche se abbiamo più volte illustrato, con la proprietà, le nostre idee per quell’area». Clemente Rossi, assessore comunale al territorio, all’urbanistica ed edilizia, spiega i motivi per cui il “caso Montedison” sta subendo ritardi molto rilevanti. 


Le diverse vedute


«La palla è in mano al Ministero dell’Ambiente – dice Rossi – che deve dare il benestare per la bonifica del sito.

Ci sono vedute diverse tra la proprietà, che sostiene che le polveri di pirite presenti nell’area dell’ex Montedison possono essere rese inerti e quindi utilizzate ed Ministero che non è di questo avviso. E’ stato anche inoltrato un ricorso al Tar da parte dell’immobiliare Del Poggio proprietaria dell’area, che vorrebbe prima bonificare e poi procedere con l’avvio del progetto studiato con i comuni di Falconara e Montemarciano. Senza bonifica non si può iniziare alcun altro intervento e la proprietà – conclude Rossi – ha sempre dimostrato disponibilità e sensibilità ai problemi, quindi ci auguriamo che si trovi un accordo e si cominci a lavorare concretamente per recuperare un’area importante e molto vasta». Stefano Pollarini, amministratore dell’immobiliare “Del Poggio”, proprietaria della zona dove sorge l’ex stabilimento della Montedison, non vuole gettare benzina sul fuoco ma non nasconde che la situazione di stallo che condiziona pesantemente la riconversione e la ristrutturazione della zona sta assumendo contorni kafkiani. 


«Le pastoie della burocrazia ci bloccano ancora: stiamo attendendo da molto tempo che ci consentano di effettuare gli interventi di inertizzazione delle ceneri di pirite per procedere alla bonifica del sito anche se non dovremmo essere noi a farlo. L’ex Montedison, però, è un’esperienza unica e originale e vogliamo recuperare l’area rispettando il suo enorme valore storico e sociale».

«La proprietà ha sempre sostenuto, nell’ottica di una bonifica sostenibile e in linea con i principi dell’economica circolare, la volontà di verificare la possibilità di trattare i materiali contaminati che si trovano mescolati ai terreni per poi utilizzarli come sottofondi per i parcheggi e le strade che verranno realizzati nell’ambito del progetto di recupero dell’area, un recupero che prevede che la destinazione urbanistica della zona sia esclusivamente e prettamente commerciale. L’ex Montedison è un’esperienza unica ed originale – afferma Pollarini, che amministra un’azienda che ha oltre 60 anni di vita, nata come gruppo avicolo che ha dato lavoro a 1000 addetti – e vogliamo concentrarci sulla vendita di merci ma anche recuperare l’area rispettando il suo enorme valore storico e sociale. Pensiamo di creare un centro commerciale che salvaguarderà la suggestiva archeologia industriale del luogo e ospiterà un museo della chimica, un auditorium, una cittadella sportiva con strutture moderne e a disposizione del pubblico ed anche delle associazioni e delle società sportive». 


Si attende da tempo immemorabile la bonifica del grande stabilimento che fino al 1988 ha prodotto, per quasi 60 anni, perfosfati, fertilizzanti chimici che hanno fatto la fortuna dell’azienda negli anni ’50. L’assessore Clemente Rossi sottolinea che il progetto di riqualificazione può donare una rinnovata vitalità alla zona ma quella dell’ex Montedison sembra proprio una delle tante storie tipicamente italiane, destinate a non trovare una soluzione.

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