Medico iniettava falsi vaccini ai pazienti, inchiesta al capolinea: «Sapevo di ingannarli, ora soffro»

Medico iniettava falsi vaccini ai pazienti, inchiesta al capolinea: «Sapevo di ingannarli, ora soffro»
Medico iniettava falsi vaccini ai pazienti, inchiesta al capolinea: «Sapevo di ingannarli, ora soffro»
di Federic Serfilippi
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Sabato 20 Novembre 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:51

FALCONARA - Sembra essere arrivata al capolinea l’indagine che ha travolto il dottor Sergio Costantini, il medico di famiglia indagato a piede libero per avere – sostiene l’accusa – iniettato a non pochi pazienti la soluzione fisiologica anziché il siero anti Covid-19 nel suo studio medico, a Falconara. L’iter investigativo, con tutti gli adempimenti svolti dalla Squadra Mobile, è ormai al termine e la procura, a stretto giro, dovrebbe chiudere le indagini.

Il 69enne camice bianco, ad luglio sospeso dall’Ordine dei Medici per sei mesi proprio per questa inchiesta, lo scorso aprile aveva ricevuto l’avviso di garanzia per i reati di lesioni personali e falso ideologico.

Le prime dosi

Il primo reato è stato ipotizzato in quanto il medico avrebbe inserito nel portale dell’Asur riservato al piano vaccinale i nomi e i cognomi di persone registrate come pazienti che avevano appena ricevuto la prima dose Pfizer, quando in realtà stando a riguarda la seconda ipotesi accusatoria, è stata attribuita al dottor Costantini per non aver tutelato la salute dei suoi mutuati. Quest’ultimo reato, non essendoci state conseguenze negative per i pazienti, potrebbe non essere contenuto nell’atto della conclusione delle indagini preliminari. In questi mesi, sono stati ascoltati decine e decine di pazienti dagli investigatori della Squadra Mobile.

La denuncia

Le segnalazioni dei mutuati, legate alla paura di aver ricevuto la dose fittizia di vaccino, sono state centinaia, ma le situazioni di somministrazioni-bluff sarebbero in tutto una trentina.

L’indagine è partita con la denuncia sporta da due pazienti di Costantini, marito e moglie di mezza età. Hanno segnalato alla Mobile di aver assunto la prima dose decantata come Pfizer il 30 marzo ma di aver ricevuto l’attestato dell’avvenuta vaccinazione solo il 6 aprile. Proprio in questa data sarebbe arrivata nelle disponibilità del medico la prima fiala della casa farmaceutica americana con cui è stato possibile vaccinare sei persone. «Ho vissuto malissimo questa inchiesta – afferma il dottor Costantini – per tre mesi non sono uscito di casa, ora mi sento un po’ più tranquillo, mi sto riprendendo dopo una forte depressione. Ho ricevuto molte manifestazioni di stima e di affetto da parte dei miei pazienti, ho sempre lavorato bene e nei loro interessi». Sul contenuto delle dosi finite nel mirino della procura: «Sapevo che all’interno non c’era il vaccino anti Covid, ma mi sono trovato di fronte a mutuati molto ansiosi e pressanti che mi telefonavano continuamente per sapere se le dosi fossero arrivate. Quando ne sono entrato in possesso, ne avevo solo sei a disposizione. Le ho inoculate in una giornata, poi sono finite». È stato «un rischio calcolato» verso chi avrebbe ricevuto la soluzione salina, perché poi sarebbero stati vaccinati “normalmente” all’arrivo di nuove forniture. «Non s’è mai fatto male nessuno – continua Costantini - nessuno si è positivizzato. Purtroppo sono passato da bestia nera, sono rimasto solo con la mia famiglia».

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