Falconara, la coca nelle mani del clan rom: spaccio e ricatti, in sedici finiscono a processo

Falconara, la coca nelle mani del clan rom: spaccio e ricatti, in sedici finiscono a processo
Falconara, la coca nelle mani del clan rom: spaccio e ricatti, in sedici finiscono a processo
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Martedì 18 Aprile 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 07:48

ANCONA Fiumi di cocaina spacciati in buona parte della provincia ed estorsioni ai danni di chi non pagava la partita di droga. Sono 16 i rinvii a giudizio decretati ieri mattina dal gup Francesca De Palma nell’ambito del procedimento nato dalla maxi indagine esplosa nel settembre 2018, quando la Squadra Mobile di Ancona aveva arrestato sei persone e messo sotto sequestro un ristorante di Rocca Priora, considerato il quartier generale dei loschi affari, gestiti - per la procura - da un gruppo di rom. 


Il dibattimento

Nessuno ha scelto riti alternativi: si andrà a dibattimento.

Il giudice ha fissato la prima udienza per l’8 giugno, davanti al collegio penale. Gli imputati hanno posizioni diversificate tra loro. A nove di loro la procura contesta l’associazione ai fini di spaccio, cocaina in particolare. Si tratta di un gruppo composto quasi interamente da persone (ad accezione di due albanesi) di origine rom, imparentate tra loro. Una donna figurava come la titolare del ristorante sequestrato all’epoca dalla polizia e considerato la base logistica del clan. Il locale si chiamava Mare e Monti, nome poi preso dall’operazione coordinata dal pm Rosario Lioniello. Stando alle contestazioni, la gang si occupava dell’approvvigionamento di cocaina e dello smistamento nelle mani dei pusher al dettaglio. In un caso la cocaina era stata anche ceduta, per la procura, a un ragazzo minorenne. 

L’estorsione

Quattro imputati del gruppo principale devono rispondere anche di estorsione ai danni di un acquirente di 40 anni residente a Chiaravalle. L’uomo aveva maturato un debito che si aggirava sui 2mila/2.500 euro, al fronte del quale aveva dato in pegno la sua Alfa Mito. Per riaverla, avrebbe dovuto sganciare 3.200 euro. Anche il 40enne è finito nella lista degli imputati presente nel capo d’imputazione, perché secondo l’accusa si sarebbe occupato dello spaccio di polvere bianca. 

Le intercettazioni

Altre sei persone che sono state rinviate a giudizio devono rispondere di singole cessioni di droga, molte delle quali contestate dalla procura sulla scorta delle intercettazioni operate dalla Squadra Mobile a partire dal 2017. Stando a quanto emerso, gli ordinativi di droga venivano fatti usando termini in codice: le dosi di cocaina venivano chiamate a volte “pizze”, altre “bambini”. Lo spaccio non avveniva solo a Falconara, ma anche ad Ancona, Chiaravalle, Jesi e Civitanova Marche. Un grammo di polvere bianca veniva venduto a 100 euro. Le difese non hanno scelto riti alternativi, perchè sicure di poter smontare le pesatissime accuse nel corso delle udienze dibattimentali. I legali contestano il fatto che il quadro accusatorio sia basato soprattutto sulle intercettazioni e non sui sequestri di droga. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA