FABRIANO - Ricavi in crescita per Elica, ma per i dipendenti è un periodo di lotta. E per la settimana prossima sono già previste nuove iniziative di protesta contro il piano di riorganizzazione annunciato a fine marzo dal management, che contempla ben 409 esuberi sui 560 lavoratori dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% delle produzioni italiane all’estero, nonché la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti del sito di Mergo.
Ieri, intanto, il consiglio di amministrazione di Elica Spa ha approvato i risultati del primo trimestre 2021, facendo registrare, fra l’altro, ricavi per 137 milioni (+23,7% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente), una variazione positiva del segmento Cooking (+24,3%) e la crescita dei motori (+20,6% rispetto al primo trimestre 2020).
Di tutt’altro avviso le organizzazioni sindacali e le istituzioni. Dopo lo sciopero di un’ora e mezzo a scacchiera che ieri ha interessato la fabbrica di Mergo, Fim, Fiom e Uilm hanno organizzato per l’11 maggio «una giornata di lotta e di mobilitazione con manifestazione a Fabriano – si legge in una nota sindacale – per dire no a questo piano, che nega il futuro dell’azienda in Italia e cancella centinaia di posti di lavoro con i fatturati che aumentano, e per denunciare un problema che riguarderà l’intero comprensorio e tutto l’elettrodomestico. Chiamiamo ad unirsi alla nostra lotta tutte le aziende del settore e tutto il territorio».
La contrarietà delle istituzioni ai massimi livelli al progetto di Elica viene rimarcato dalla sottosegretaria a ministero del Lavoro e Rossella Accoto (M5S). «Il piano Elica è assolutamente da rivedere. Negli ultimi anni – osserva Accoto – Elica ha utilizzato a piene mani la cassa integrazione in deroga per quasi 900 dipendenti. E nell’ultimo anno ha interrotto la Cigs per accedere a strumenti di sostegno a reddito Covid per poco più di 1.000 unità. Un utilizzo dei fondi statali distorto rispetto all’obiettivo fondamentale, cioè la tutela dei lavoratori».