Vertenza Elica, la disperazione dei dipendenti: la Regione prova a mediare al tavolo tra sindacati e azienda

Una delle sei assemblee tenute martedì negli stabilimenti Elica
Una delle sei assemblee tenute martedì negli stabilimenti Elica
di Aminto Camilli
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Giovedì 8 Aprile 2021, 06:00

FABRIANO -  Lavoratori e sindacati annunciano battaglia sulla vertenza Elica. Lo faranno già da oggi, in occasione del confronto, organizzato dalla giunta regionale, che Fim, Fiom e Uilm avranno con l’azienda, alla presenza, fra gli altri, dell’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi e, con buone probabilità, del governatore Francesco Acquaroli.

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Magari si tratterà semplicemente di un primo approccio, ma l’incontro previsto per questo pomeriggio (ore 14) servirà comunque a mettere sul tavolo i termini concreti di una questione che sta generando enorme preoccupazione nel Fabrianese e in buona parte dell’Alta Vallesina.

I lavoratori Elica terranno un presidio dalle 13.30 davanti a Palazzo Leopardi sede della Regione. 


La ferma opposizione di operai e parti sociali al piano di riorganizzazione, annunciato la settimana scorsa dal management (409 esuberi su 560 dipendenti dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% della produzione italiana in Polonia, la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti a Mergo), è emersa con grande chiarezza nel corso delle sei assemblee che le organizzazioni sindacali hanno tenuto con le maestranze per tutta la giornata di martedì. Lo testimonia un ordine del giorno approvato all’unanimità al termine di tali riunioni. «Le assemblee degli stabilimenti di Cerreto d’esi e Mergo – si legge – ritengono inaccettabile il piano di licenziamenti programmato da Elica in nome della competitività dell’azienda. Anni di sacrifici e dedizione vengono così cancellati dalle scelte di manager che niente hanno a che fare con la nostra storia. Le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori di Elica danno mandato al Coordinamento sindacale (Rsu e segreterie di Fim, Fiom e Uilm), unico titolare della contrattazione in nostro conto, di mettere in campo tutte le azioni necessarie per fermare questo processo di delocalizzazione e di scempio industriale, affinché il lavoro attuale e futuro resti sul territorio e si continui a produrre negli impianti di mergo e Cerreto d’Esi».

Inoltre, le assemblee chiedono con forza alle istituzioni a tutti i livelli «una presa di posizione forte, univoca e compatta – prosegue l’ordine del giorno – contro la scelta di Elica di abbandonare il nostro territorio e di tradire la sua storia e i suoi valori. Le lavoratrici e i lavoratori di Elica hanno già deciso che si opporranno in tutti i modi a questa strategia esclusivamente finanziaria per la difesa del proprio futuro e delle prossime generazioni del comprensorio». Alle massime istituzioni, Governo in primis, si erano già rivolti nei giorni, sindacati esponenti politici e il vescovo Massara.


Dopo l’annuncio del piano strategico di Elica, le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno scritto al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti chiedendo un incontro urgentissimo, «al fine di scongiurare la delocalizzazione e l’aggravarsi delle tensioni sociali nella provincia di Ancona. La decisione dell’azienda rischia di provocare il disastro sociale e la desertificazione industriale». La pratica è già all’attenzione del Lavoro. «Voglio sottolineare l’attenzione posta alle problematiche occupazionali della Società Elica spa e rassicurare i lavoratori sul fatto che continueremo a garantire anche in futuro gli istituti di tutela finora attivati», ha detto ieri la sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto rispondendo a una interrogazione dell’onorevole D’Alessandro. «Attendiamo di conoscere gli sviluppi dell’incontro tra sindacati e l’azienda che si svolgerà in Regione Marche per programmare i prossimi passi». 

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