Truffa sugli aiuti del terremoto, false fatture e bancarotta: chiusura indagini per un commercialista e due imprenditori fabrianesi

Indagini della Guardia di Finanza
Indagini della Guardia di Finanza
di Marco Antonini
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Sabato 30 Aprile 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 11:49

FABRIANO - Avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato a un commercialista di Fabriano per i reati di truffa, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti e auto-riciclaggio. Stessa notifica da parte della Guardia di Finanza della Tenenza di Fabriano, con il coordinamento della Procura di Ancona, per due imprenditori fabrianesi. Uno per concorso per bancarotta fraudolenta e un altro per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. I proventi delle presunte attività illecite, reimpiegati con un prestanome in Romania. 

 
E’ quanto è stato ricostruito, in una lunga indagine, dalle Fiamme Gialle di Fabriano.

Secondo gli accertamenti effettuati il commercialista, in concorso con l’amministratore e poi liquidatore di una società fabrianese dichiarata fallita nel settore delle verniciature industriali, avrebbe distratto e occultato 37mila euro, dopo aver ottenuto un finanziamento di 265mila euro a favore della stessa azienda garantito da Cassa Depositi e Prestiti. Quest’ultima somma sarebbe dovuta essere stata finalizzata al pagamento di debiti tributari, come da “Decreto Sisma” che posticipava il pagamento dei tributi sospesi a seguito del terremoto 2016 per le imprese aventi sede in zona colpita dalle forti scosse, con la concessione di finanziamenti agevolati. 


Qualcosa, però, è andato storto. Invece di provvedere al pagamento delle imposte della ditta, il commercialista avrebbe proceduto alla stipula di contratti di “accollo tributario” con società terze, aventi sede in Toscana, nelle province di Lucca e Pistoia, fuori dal cratere sismico, utilizzando le somme finanziate per pagare i debiti tributari di queste ultime e ricevendo dalle stesse, come contropartita, l’80% dei tributi pagati. Di conseguenza i 37mila euro anziché confluire nelle casse della società sarebbero stati dirottati sui conti personali del professionista di Fabriano che agiva formalmente come delegato all’incasso per conto della stessa, poi fallita.

Il commercialista, nella sua veste di liquidatore di un’altra società del Fabrianese, attestando falsamente di aver raggiunto un accordo “saldo-stralcio” con un istituto bancario per i crediti vantati verso la società, per estinguere il debito, si sarebbe fatto consegnare dalla sorella di un socio un assegno di 75mila euro, poi si sarebbe appropriato della somma invece di versarla al creditore. 


Sempre nella veste di liquidatore avrebbe emesso una fattura da 29mila euro per operazioni inesistenti a favore di altra società. La somma sarebbe stata utilizzata per evadere le imposte dei redditi e IVA. Per questa ipotesi è stato denunciato anche il relativo rappresentante legale. In un’altra occasione, in concorso con l’amministratore di una società con sede a Jesi, poi fallita, avrebbe distratto una somma di oltre 23mila euro dai conti correnti della società, mediante bonifico con causale di comodo. Avrebbe trasferito, infine, 127 mila euro provenienti dai fatti sopraesposti, su un conto corrente acceso in Romania ed intestato ad un prestanome. Qui sarebbero state impiegate, illecitamente, le stesse somme in attività economiche e imprenditoriali in loco a lui riconducibili.

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