FABRIANO - Un’altra giornata da dimenticare per la tratta ferroviaria Ancona-Fabriano-Roma Termini. Già prima dell’alba, alla stazione della città della carta, i pendolari facevano gli scongiuri: «Il tempo non è dei migliori, speriamo che non ci si metta pure il treno». Le ultime parole famose. Il regionale 2321 in partenza, in orario, alle 4,51 da Fabriano, già a Fossato di Vico, dopo aver percorso meno di 20 chilometri, aveva accumulato 50 minuti di ritardo. Poi il blocco è arrivato nei pressi di Baiano di Spoleto.
«Abbiamo sentito un boato – racconta Adele Allegrini, una pendolare – e il treno si è fermato. Conclusione? Siamo arrivati a Roma a bordo di un altro mezzo… con quasi due ore di ritardo». Al treno che collega l’Adriatico al Tirreno è come se fosse esploso il motore. Il regionale, forse già vecchio, non è potuto ripartire e i viaggiatori, sconsolati, hanno dovuto attenderne un altro. Fortunatamente il guasto è avvenuto vicino a una stazione dotata di bagni, bar e sala d’attesa, altrimenti le proteste sarebbero state molto più pesanti. A conti fatti, comunque, il primo regionale del mattino che parte da Ancona alle quattro e dovrebbe giungere a Termini alle 7,30 è arrivato nella Capitale poco prima delle 9,30.
Tutta la tratta, ieri, è stata interessata da disservizi. Il regionale diretto a Foligno delle ore 5,05 che permette agli utenti di prendere le coincidenze per Perugia e Toscana è arrivato con 8 minuti di ritardo, l’Intercity delle 7 da Fabriano è arrivato a destinazione con 12 minuti di ritardo; il Frecciabianca partito da Ravenna, l’unico che collega Emilia, Marche, Umbria e Lazio, con 23. Ritardi contenuti sotto ai 10 minuti anche per quanto riguarda i treni dell’ora di pranzo e del pomeriggio. Situazione analoga sulla via di ritorno. Il treno regionale partito da Roma alle 5,45 ha accumulato 17 minuti di ritardo, l’Intercity delle 7,40 ben 12 in più; il regionale delle 13,28 più 9; l’Intercity delle 15,35 più 5 e il regionale delle 15,58 ha viaggiato con dieci minuti di ritardo. I pendolari, ormai, hanno perso le speranze. Valerio Mingarelli, fabrianese che lavora nella Capitale, effettua tutte le settimane viaggi sulla tratta ferroviaria Ancona-Roma. «Dopo anni di disavventure, l’unica cosa che viene aggiornata – denuncia - è il prezzo dei biglietti. Pietra dello scandalo sono gli Interciy, che costano il doppio dei regionali per impiegarci poco tempo in meno».
Odissea senza fine sulla ferrovia
Si rompe il motore, giù dal treno
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Mercoledì 13 Dicembre 2017, 07:55
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