Sos povertà, la crisi continua a farsi sentire forte: in 2.400 hanno bussato alla Caritas

Sos povertà, la crisi continua a farsi sentire forte: in 2.400 hanno bussato alla Caritas
Sos povertà, la crisi continua a farsi sentire forte: in 2.400 hanno bussato alla Caritas
di Aminto Camilli
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Domenica 10 Gennaio 2021, 11:05

FABRIANO  - Cresce la povertà. Magari non saremo ancora in una situazione di emergenza, ma il quadro relativo alla realtà fabrianese è assai delicato, come ben dimostrano i dati che la Caritas diocesana è in grado di fornire. Il Centro Ascolto della Caritas, infatti, nel 2020 ha ricevuto quasi 2.400 persone (l’incremento delle visite è stato del 48%, quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente) ed eseguito almeno 3.000 interventi concreti a sostegno di famiglie e singoli.

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«Ci vengono prospettati disagi e difficoltà da affrontare nel quotidiano – sottolinea il direttore della Caritas don Marco Strona – come, ad esempio, il pagamento di bollette e affitti, la ricerca di un nuovo lavoro, la necessità di un aiuto economico non avendo ricevuto ancora la cassa integrazione e quant’altro». 
A rivolgersi alla Caritas diocesana sono un po’ tutti: innanzitutto, gli italiani (ben 856), ma ovviamente anche gli stranieri, in primis i marocchini, seguiti da tunisini, albanesi, macedoni e francesi.

In questa fase, sta assumendo una rilevanza sempre maggiore l’Emporio della solidarietà, che è operativo dallo scorso settembre e che nei primi tre mesi di attività è stato frequentato da oltre 400 persone. Al supermarket si può accedere, dopo un apposito colloquio, muniti di una tessera a punti gratuita. 


«Siamo stati chiusi soltanto nei giorni di Natale e Santo Stefano – osserva ancora don Marco – ma per il resto siamo sempre pronti ad andare incontro alle esigenze che ci vengono esposte dalla nostra popolazione». Oltre ad aver collaborato, nel periodo di festività natalizie appena trascorso, a diverse iniziative solidali con altre associazioni (ad esempio, con la Janus Basket), la Caritas diocesana continua a portare avanti il percorso di agricoltura sociale con l’orto del sorriso e il conseguente utilizzo degli ortaggi prodotti, fermo restando che in cantiere c’è tuttora l’idea di creare dei progetti di occupazione, muovendosi in stretta sinergia con la Caritas nazionale. 


«Il grido della nostra comunità – aggiunge il sacerdote – non può rimanere inascoltato». Di qui, per l’appunto, la volontà forte di andare oltre il pur fondamentale e decisivo supporto quotidiano, cercando di avviare iniziative da sviluppare in vari settori. 

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