FABRIANO - L’apertura del primo tratto della Pedemontana, da Fabriano a Matelica, e la chiusura per 5 ore, per un incidente tra auto e camion, della SS 76, tra Genga e Serra San Quirico. Sono i due opposti dell’entroterra. Basta un incidente in galleria, come quello di martedì mattina, per paralizzare tutta la circolazione e ci si mette pure la sorte: il fatto è accaduto in uno dei pochi tratti dove si circola su due carreggiate invece che quattro in attesa della fine dei lavori.
I pendolari, arrabbiatissimi – c’è chi è stato in coda 4 ore, chi ha fatto inversione di marcia ed è passato a Collegiglioni o Poggio San Romualdo, sui monti, chi si è arreso ed è tornato a casa - chiedono di velocizzare l’iter di bonifica dopo il nuovo ritrovamento di fusti di cromo esavalente sotto al viadotto Mariani, a Valtreara, e di migliorare la viabilità ricca di deviazioni e cambi di corsia tra Genga e Serra San Quirico. Discorso a parte l’ambulanza che ieri avrebbe trovato tutto bloccato: portare una gestante a Jesi o Ancona a partorire (a Fabriano non si nasce più da anni) non sarebbe stato per niente veloce. Sulla Pedemontana, invece, con ritardo, è stato aperto il primo tratto della Pedemontana delle Marche.
A Cerreto d’Esi, il sindaco, David Grillini, fa il punto. «L’apertura della Fabriano-Matelica, rappresenta un segnale di speranza, di crescita per il territorio, di sviluppo per tutta la zona montana colpita da calamità naturali e crisi industriale.
Sulla carenza di infrastrutture interviene anche Marco Silvi, referente Cna area Montana. «Percorrere questo tratto - dice - equivale ogni volta ad una vera e propria sfida da vincere facendo affidamento a tante attenzioni e ad una gran dose di pazienza. Se consideriamo tutte le criticità delle strade dell’entroterra risulta difficile celebrare con entusiasmo l’inaugurazione della Pedemontana tra Fabriano e Matelica». Cna chiede con urgenza la velocizzazione dei cantieri nel tratto da completare tra Jesi e Fabriano.