Riparte la produzione nelle industrie ma restano ancora diverse incognite

Riparte la produzione nelle industrie ma restano ancora diverse incognite
Riparte la produzione nelle industrie ma restano ancora diverse incognite
di Aminto Camilli
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Martedì 18 Agosto 2020, 07:40

FABRIANO  - Scattano i primi rientri in fabbrica. E in qualche circostanza l’atmosfera resta pesante, poiché piena di ansia e apprensione, soprattutto a causa di aspetti poco chiari o in via di definizione e di problematiche che attendono da tempo una soluzione. L’esempio più evidente, in questo senso, è rappresentato da Whirlpool, il cui mega stabilimento di Melano (550 dipendenti, inclusi quelli indiretti), l’unico produttore di piani cottura a gas, elettrici e a induzione della multinazionale statunitense per l’area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), ha ripreso l’attività ieri mattina, ma intanto Fim, Fiom e Uilm chiedono maggiore chiarezza per quanto concerne la situazione generale dell’azienda, auspicando, fra l’altro, un ruolo decisivo del Governo sia riguardo all’ambito della produzione sia in merito ai livelli occupazionali e, in tal senso, alla difesa delle sedi impiegatizie e dei centri di ricerca.
 

Il calo produttivo generato dall’emergenza Covid-19 (l’aumento dei volumi, registrato a partire da giugno, quantunque molto importante, tuttavia non riuscirà a impedire un divario in negativo, per il 2020, tra la produzione prevista nell’accordo 2018 e quella che si otterrà), l’annunciato taglio dei costi fissi del Gpo (Global Product Organizaton), a cui si è aggiunto il Piano di separazione volontaria per quadri, dirigenti e impiegati (non si sa ancora quanti hanno aderito agli incentivi all’esodo), con possibile penalizzazione di strutture fabrianesi (l’ex Wr@p e l’impianto di via Campo sportivo), contribuiscono a creare un clima tutt’altro che sereno, nonostante il colosso americano continui a ribadire la rilevanza dell’Italia e, in primis, del sito di Fabriano. Ieri, i reparti sono tornati di nuovo in funzione pure allo stabilimento Faber di Sassoferrato (300 addetti, inclusi gli interinali), fermatosi totalmente solo per una settimana, viste le commesse decisamente consistenti giunte in seguito al riavvio dell’attività, dopo la fine del lockdown.

Le maestranze potranno usufruire di un’altra settimana di ferie, purchè non sia immediatamente successiva (né antecedente) a quella collettiva appena terminata. Hanno ripreso il lavoro ieri anche 100 operai della Electrolux (l’ex Best) di Cerreto d’Esi (e, nel contempo, sono iniziate le ferie per gli altri 100), unica azienda rimasta sempre attiva, permettendo ai propri dipendenti di riposarsi a rotazione per due settimane: metà di essi nella prima parte di agosto, l’altra metà nella seconda quindicina. Nelle altre grandi aziende del distretto industriale fabrianese, invece, si tornerà in fabbrica la settimana prossima. I primi saranno i dipendenti di Elica (500 nel sito di Mergo, 80 a Cerreto d’Esi) che, dopo uno stop collettivo di due settimane, riprenderanno il proprio posto di lavoro il 24 agosto. Quindi, toccherà alle tute blu della Ariston Thermo Group che, dopo tre settimane di fermo produttivo, saranno di nuovo in fabbrica prima ad Albacina (26 agosto), poi a Cerreto d’Esi e a Pianello di Genga (27 agosto).

Lunedì prossimo, dovrebbero riprendere il lavoro anche le maestranze delle Cartiere Fedrigoni. Un discorso a parte merita, invece, la Indelfab (l’ex Jp Industries), di recente messa in liquidazione, dove per i 584 dipendenti vige la cassa Covid-19.

Nel corso di un confronto con i sindacati, i vertici dell’azienda avevano detto di voler presentare un nuovo concordato (si tratterebbe del secondo, dopo quello redatto a gennaio e ritirato un mese dopo) al Tribunale fallimentare di Ancona. 

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