FABRIANO - Nuovo confronto tra Elica e sindacati sul piano industriale 2021-2023, che da tre mesi esatti sta generando enorme preoccupazione in diverse centinaia di famiglie e in un vasto comprensorio, poiché prevede ben 409 esuberi sui 560 dipendenti totali degli stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% delle produzioni italiane all’estero e la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti di quello di Mergo.
In questa circostanza, tornano in campo le istituzioni ai massimi livelli, perché l’incontro fissato per oggi, alle 14, in videoconferenza, è stato organizzato dal ministero dello Sviluppo economico, in primis dalla vice ministra Alessandra Todde, che proprio di recente è stata a Fabriano, dove ha incontrato i sindacati e una delegazione dei lavoratori dell’azienda leader nella produzione di cappe aspiranti per cucina.
«L’Italia rappresenta un mercato importante per Elica – aveva spiegato Todde – soprattutto grazie al valore riconosciuto del Made in Italy.
Nel corso del vertice di oggi si capirà un po’ meglio se la distanza tra le parti comincerà a ridursi o se davvero il divario tra le due posizioni sia incolmabile. Il fatto è che Fim Fiom e Uilm ribadiscono che, nonostante qualche apertura, Elica sta proseguendo con l’attuazione del piano industriale, ad esempio con le delocalizzazioni delle produzioni. Non è un caso che da lunedì le maestranze delle fabbriche di Cerreto d’Esi e Mergo abbiano ricominciato con gli scioperi “a scacchiera” «per difendere il nostro lavoro - osservano i sindacati - affinché dall’inizio di luglio, con la scadenza del blocco dei licenziamenti, non si apra nessuna procedura di mobilità».