Nuovo confronto tra Elica e sindacati ma a Cerreto d’Esi e Mergo è sciopero

Nuovo confronto tra Elica e sindacati ma a Cerreto d’Esi e Mergo è sciopero
Nuovo confronto tra Elica e sindacati ma a Cerreto d’Esi e Mergo è sciopero
di Aminto Camilli
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 06:50

FABRIANO -  Nuovo confronto tra Elica e sindacati sul piano industriale 2021-2023, che da tre mesi esatti sta generando enorme preoccupazione in diverse centinaia di famiglie e in un vasto comprensorio, poiché prevede ben 409 esuberi sui 560 dipendenti totali degli stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% delle produzioni italiane all’estero e la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti di quello di Mergo.

In questa circostanza, tornano in campo le istituzioni ai massimi livelli, perché l’incontro fissato per oggi, alle 14, in videoconferenza, è stato organizzato dal ministero dello Sviluppo economico, in primis dalla vice ministra Alessandra Todde, che proprio di recente è stata a Fabriano, dove ha incontrato i sindacati e una delegazione dei lavoratori dell’azienda leader nella produzione di cappe aspiranti per cucina. 


«L’Italia rappresenta un mercato importante per Elica – aveva spiegato Todde – soprattutto grazie al valore riconosciuto del Made in Italy.

Ed è per questo che non sono disposta ad accettare che l’Italia e le Marche escano svantaggiate da questa partita. Abbiamo messo a disposizione strumenti, partendo da un punto preciso: il territorio ha dato molto a Elica, per cui abbiamo chiesto all’azienda di fare reshoring di alcune produzioni, ad esempio l’alta gamma che va difeso e sviluppato. Occorre investire in ricerca e sviluppo e le ricadute devono andare a beneficio del territorio». 


Nel corso del vertice di oggi si capirà un po’ meglio se la distanza tra le parti comincerà a ridursi o se davvero il divario tra le due posizioni sia incolmabile. Il fatto è che Fim Fiom e Uilm ribadiscono che, nonostante qualche apertura, Elica sta proseguendo con l’attuazione del piano industriale, ad esempio con le delocalizzazioni delle produzioni. Non è un caso che da lunedì le maestranze delle fabbriche di Cerreto d’Esi e Mergo abbiano ricominciato con gli scioperi “a scacchiera” «per difendere il nostro lavoro - osservano i sindacati - affinché dall’inizio di luglio, con la scadenza del blocco dei licenziamenti, non si apra nessuna procedura di mobilità». 

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