Fabriano, lo stabilimento di Melano si ferma fino al 5 luglio: Whirlpool cerca lo scatto con Arçelik

Lo stabilimento di Melano si ferma fino al 5 luglio: Whirlpool cerca lo scatto con Arçelik
Lo stabilimento di Melano si ferma fino al 5 luglio: Whirlpool cerca lo scatto con Arçelik
di Aminto Camilli
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Martedì 23 Maggio 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 16:31

FABRIANO  - Soffre l’elettrodomestico. Ed è una sofferenza che rischia di aggravare ulteriormente una situazione già molto delicata nel Fabrianese, il cui distretto industriale è fortemente caratterizzato da questo settore. I riflettori, al riguardo, sono puntati in primis su Whirlpool, soprattutto in riferimento all’accordo che la multinazionale statunitense ha siglato quattro mesi fa con Arçelik per la creazione (entro l’anno e previo parere positivo dell’Antitrust) di una nuova realtà industriale europea di grandi elettrodomestici da 6 miliardi di euro di fatturato, con i turchi in posizione preminente grazie al 75% delle quote.


La richiesta 


Fim, Fiom e Uilm, che già prima dell’intesa tra le due aziende aveva chiesto ripetutamente al ministero delle Imprese e del Made in Italy di organizzare un tavolo istituzionale sulla vertenza e, più in generale, sul fondamentale comparto dell’elettrodomestico, ribadiscono la necessità di un incontro, anche adesso che il Governo si è detto pronto sia a sostenere l’accordo raggiunto tra i due colossi sia a impegnarsi nella salvaguardia della produzione e dell’occupazione dei siti italiani, ivi incluso quello di Fabriano, che conta circa 1.100 dipendenti tra lo stabilimento di Melano e gli uffici centrali di via Aristide Merloni. 
Stiamo parlando del decreto approvato tre settimane fa dal Consiglio dei ministri, grazie al quale l’Esecutivo potrà esercitare i poteri speciali (Golden Power) in materia di asset strategici proprio in merito all’operazione di fusione di Whirlpool e Arçelik.

Il fatto è che i sindacati vogliono vederci chiaro e comprendere le implicazioni di quanto sta accadendo.

La richiesta al Governo

«E’ necessario capire cosa si vuole mettere in campo – sottolinea Pierpaolo Pullini (Fiom) – e cosa c’è dentro il Golden Power. Vorremmo essere convocati dal Governo, perché intendiamo dare il nostro contributo finalizzato a rendere sostenibile la produzione dell’elettrodomestico in Italia. Quella che stiamo vivendo è una crisi senza precedenti. La ripresa non è imminente, come si pensava fino a qualche tempo fa; nella migliore delle ipotesi, è rimandata a dopo l’estate, se non al 2024. E’ d’obbligo, dunque, attrezzarci per agganciarla, quando sarà il momento». Che non sia una fase positiva per Whirlpool lo dimostra il ricorso sempre più frequente alla cassa integrazione. 

Al mega impianto di Melano (unico produttore di piani cottura a gas, elettrici e a induzione della multinazionale americana per l’area Emea, ossia Europa, Medio Oriente e Africa), ad esempio, la produzione si fermerà da oggi fino all’inizio di giugno (si tornerà in fabbrica lunedì 5 giugno). Qualche preoccupazione, nell’ambito dell’elettrodomestico, la suscita pure Electrolux, sebbene all’impianto di Cerreto d’Esi (la ex Best) si ricorra agli ammortizzatori sociali un po’ meno che in altri siti della penisola, visto che nello stabilimento cerretese la multinazionale svedese produce cappe per il proprio fabbisogno. Di recente, semmai, hanno destato una certa apprensione alcune indiscrezioni relative a un’ipotetica trattativa in corso con la multinazionale cinese Midea, tanto è vero che le parti sociali hanno già chiesto al Governo di portare pure questa vicenda a un tavolo istituzionale.

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