Fabriano, traffico illegale di clandestini
Arresti e perquisizioni in tutta Italia

Polizia e Finanza in un'immagine di repertorio
Polizia e Finanza in un'immagine di repertorio
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Mercoledì 8 Giugno 2016, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 12:05
ANCONA - Una vasta operazione di polizia e guardia di finanza, denominata  "Easy Job", ha consentito di scoprire un traffico illegale di clandestini. Sono in corso di esecuzione misure cautelari personali e sequestri nella provincia di Ancona e in altre regioni nei confronti dei vertici di un'associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla truffa aggravata ai danni dello Stato. L'operazione, scattata nella notte, interessa in particolare la zona di Fabriano, dove l'organizzazione aveva la sua base.

Sono tre le persone arrestate, tre italiani, e 400 gli indagati, per lo più immigrati dal Marocco e dalla Tunisia, nell'operazione 'Easy Job' condotta dalla Polizia e dalla Guardia di finanza di Ancona, che ha sgominato un'organizzazione per delinquere composta da 13 persone finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Stando alle indagini, coordinate dalla procura di Ancona e condotte dal Commissariato di Polizia di Fabriano e dalla Gdf dorica, l'organizzazione avrebbe procurato falsi contratti di lavoro (indispensabili per ottenere il permesso di soggiorno) a decine di migranti in arrivo dal Nordafrica. La base della banda era a Fabriano, ma nell'inchiesta sono coinvolte una decina di aziende di varie città, da Modena a Brescia, da Savona a Lecce.

Ammonta a 650 mila euro il danno alle casse dello Stato procurato dall'organizzazione che gestiva il traffico di false assunzioni e falsi permessi di soggiorno. A gruppo criminale c'erano un consulente del lavoro di Fabriano, e un uomo e una donna con vari precedenti per spaccio, truffa, falso, associazione per delinquere e spaccio di droga, tutti e tre arrestati su ordine del Gip di Ancona.

L'indagine è partita a causa di un flusso anomalo di extracomunitari che, per rinnovare o ottenere il proprio permesso di soggiorno, presentavano al Commissariato fabrianese buste paga emesse sempre dalle stesse poche aziende. Contemporaneamente, su segnalazione dell'Inps, la Guardia di finanza stava indagando su un altrettanto insolito flusso di richieste di indennità di disoccupazione provenienti da cittadini, extracomunitari e non, assunti solo poco tempo prima e sempre dalle stesse aziende.

Le due inchieste sono state unificate, e si è scoperto che, almeno a partire dal 2013, avvalendosi di 13 aziende quasi tutte inattive e intestate a prestanome, l'organizzazione faceva assumere fittiziamente extracomunitari che utilizzavano poi le buste paga per ottenere il rinnovo o la concessione del permesso di soggiorno. Una volta maturati i requisiti di legge e, comunque, poco tempo dopo l'assunzione, i migranti venivano licenziati e facevano domanda per il riconoscimento delle indennità di disoccupazione.

Dello stesso meccanismo si sono avvalsi anche alcuni italiani, sempre per ottenere le indennità.
I contributi mai versati e riconosciuti indebitamente a seguito dei contratti di lavoro fittizi ammontano a un milione di euro. Sono in corso sequestri per equivalente nei confronti degli indagati per recuperare le somme distratte.
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