FABRIANO - Era il 25 luglio del 2014 quando Maria Bruna Brutti è stata uccisa nella propria abitazione con una ferocia inaudita. La donna aveva 76 anni ed era la mamma delle gemelle Consuelo e Alessandra Galea, gemelle anche negli omicidi.
La prima è stata accusata di avere barbaramente ammazzato la madre, nove anni fa, colpendola più volte con il calcio di un fucile mitragliatore per soft air fino a romperle il cranio: la seconda si trova in carcere a Pesaro in stato di fermo per l'omicidio di Fausto Baldoni, il compagno con cui aveva una relazione da circa 30 anni. Una relazione tormentata, fatta di litigi - almeno secondo chi li conosceva bene - ma che comunque andava avanti da decenni.
Ucciso dalla compagna, nel 2014 fece scoprire il cadavere della suocera ammazzata dalla cognata
Tanto che fu proprio Baldoni, quel tragico giorno di 9 anni fa, a chiamare la polizia e a far scoprire il delitto della signora Bruni: Alessandra Galea infatti era andata a trovare la madre e si era preoccupata perchè l'anziana non rispondeva nonostante seguitasse a suonare alla porta.
Incroci di un destino assurdo: adesso l'uomo si trova in obitorio in attesa che venga effettuata l'autopsia sul suo cadavere, e l'unica indiziata di questo delitto - anche questo messo in atto colpendo violentemente alla testa la vittima - è la gemella della matricida. Che dopo avere ucciso il compagno è uscita di casa lasciando il corpo in camera da letto. Stesso modus operandi messo in atto dalla sorella gemella nel 2014.
Consuelo Galea il 6 febbraio del 2015 è stata assolta dal Gup di Ancona Paola Moscaroli per incapacità di intendere e di volere, ma le è stata applicata la misura di sicurezza della reclusione di dieci anni in un ospedale psichiatrico giudiziario. Il verdetto ha escluso dunque l'imputabilità della donna, con problemi psichiatrici, ma ne ha riconosciuta la colpevolezza.
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