FABRIANO - Gli esodi incentivati all’Elica stanno raggiungendo i volumi previsti nell’accordo che ha chiuso la vertenza, ma c’è ancora tempo. Sono 127 richieste di uscite volontaria su un totale di 150 concordate nell’ambito dell’intesa tra sindacato e azienda del 10 dicembre scorso che ha consentito di ridimensionare drasticamente gli esuberi (oltre 408 esuberi su 560 dipendenti) annunciati nel piano di riorganizzazione presentato a marzo di un anno fa dal gruppo fabrianese leader mondiale nel comparto delle cappe aspiranti.
L’accordo prevedeva l’esodo volontario incentivato di 150 lavoratori dichiarati in esubero.
Rinviato per ora a data da definire il ricorso ai contratti di solidarietà, previsto nell’accordo a partire dal primo marzo, perché al momento le condizioni di mercato non lo richiedono: in portafoglio ci sono ordini evadere che consentono di proseguire con turni da otto ore.
«Avevamo ragione ed oggi ce la prendiamo - si legge in una nota della Fiom Cgil - il 2021 è stato l’anno record di Elica, sia in termini di fatturato (541,3 milioni) che di espansione del margine operativo, con una forte crescita dell’Ebit e significativa riduzione dell’indebitamento. Siamo convinti che l’accordo firmato al Mise, dove sono condivise importanti operazioni di reshoring dalla Polonia, indichi veramente la strada da seguire e sia un modello su cui puntare, con al centro il territorio e le sue competenze, per fare in modo che i risultati del 2021 diventino strutturali, - conclude - considerato che sono già quasi stati raggiunti i numeri di riduzione del personale previsti e manca ancora la parte riguardante il reale progetto di reindustrializzazione del sito di Cerreto D’Esi che creerà ulteriore occupazione stabile sul territorio».