Alla Elica 127 richieste di esodo incentivato: c’è tempo fino a metà marzo

Alla Elica 127 richieste di esodo incentivato: c è tempo fino a metà marzo
Alla Elica 127 richieste di esodo incentivato: c’è tempo fino a metà marzo
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Sabato 26 Febbraio 2022, 07:25

FABRIANO -  Gli esodi incentivati allElica stanno raggiungendo i volumi previsti nell’accordo che ha chiuso la vertenza, ma c’è ancora tempo. Sono 127 richieste di uscite volontaria su un totale di 150 concordate nell’ambito dell’intesa tra sindacato e azienda del 10 dicembre scorso che ha consentito di ridimensionare drasticamente gli esuberi (oltre 408 esuberi su 560 dipendenti) annunciati nel piano di riorganizzazione presentato a marzo di un anno fa dal gruppo fabrianese leader mondiale nel comparto delle cappe aspiranti.


L’accordo prevedeva l’esodo volontario incentivato di 150 lavoratori dichiarati in esubero.

Un numero molto alto, con incentivi a 75mila euro, che ha determinato una proroga nella scadenza: si potrà chiedere l’esodo volontario da Elica fino al 15 marzo, con uscita definitiva prevista per i lavoratori entro fine mese. Poi ci sarà un confronto tra sindacati e azienda per fare il punto sull’applicazione dell’accorso. 


Rinviato per ora a data da definire il ricorso ai contratti di solidarietà, previsto nell’accordo a partire dal primo marzo, perché al momento le condizioni di mercato non lo richiedono: in portafoglio ci sono ordini evadere che consentono di proseguire con turni da otto ore.

«Avevamo ragione ed oggi ce la prendiamo - si legge in una nota della Fiom Cgil - il 2021 è stato l’anno record di Elica, sia in termini di fatturato (541,3 milioni) che di espansione del margine operativo, con una forte crescita dell’Ebit e significativa riduzione dell’indebitamento. Siamo convinti che l’accordo firmato al Mise, dove sono condivise importanti operazioni di reshoring dalla Polonia, indichi veramente la strada da seguire e sia un modello su cui puntare, con al centro il territorio e le sue competenze, per fare in modo che i risultati del 2021 diventino strutturali, - conclude - considerato che sono già quasi stati raggiunti i numeri di riduzione del personale previsti e manca ancora la parte riguardante il reale progetto di reindustrializzazione del sito di Cerreto D’Esi che creerà ulteriore occupazione stabile sul territorio».

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