FABRIANO - La mobilitazione dei dipendenti Elica si sposta all’interno delle fabbriche con nuovi scioperi negli stabilimenti di Mergo e Cerreto d’Esi. L’attivazione del pacchetto di 16 ore di sciopero, proclamato nei giorni scorsi dal coordinamento sindacale unitario di Fim, Fiom e Uilm del Gruppo Elica, è scattata ieri in tutti i reparti dei due impianti e proseguirà fino a venerdì prossimo, con “fermate” improvvise (il cosiddetto sciopero “a scacchiera”), da parte delle maestranze, nell’ambito dell’orario di lavoro. Dunque, in attesa del tavolo al ministero dello Sviluppo economico, convocato dallo stesso dicastero per il 30 giugno, lo stato di agitazione non solo non accenna a diminuire, ma subisce un’ulteriore impennata.
«Si rende necessario proseguire la mobilitazione – sottolinea Pierpaolo Pullini della segreteria provinciale della Fiom e responsabile del territorio fabrianese – perché, a prescindere dalle dichiarazioni dei manager, l’azienda sta continuando con il suo progetto di delocalizzazione, le produzioni stanno uscendo dagli stabilimenti italiani, per cui è indispensabile mettere in campo iniziative per difendere il lavoro che ci stanno portando via.
E la mente corre veloce al confronto fissato per la settimana prossima al Mise. «Il 30 giugno – osserva Pullini – saremo pronti a verificare le reali disponibilità annunciate dal management di Elica e, nel contempo, anche ad avanzare le nostre proposte per il futuro dell’azienda sul territorio, in nome dell’interesse generale e collettivo, da contrapporre a quelle aziendali. Proposte che, per forza di cose, dobbiamo sostenere con la lotta e la mobilitazione».
Il piano industriale di Elica sta generando apprensione a iosa, poiché prevede ben 409 esuberi sui 560 dipendenti totali degli impianti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% delle produzioni italiane in Polonia, nonché la chiusura del sito cerretese e di interi reparti di quello di Mergo.