Doccia fredda all’ex Jp Industries: ora è sul baratro dei licenziamenti

Doccia fredda all’ex Jp Industries: ora è sul baratro dei licenziamenti
Doccia fredda all’ex Jp Industries: ora è sul baratro dei licenziamenti
di Aminto Camilli
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Giovedì 20 Agosto 2020, 06:40

FABRIANO - Licenziamenti in vista per i dipendenti di Indelfab (l’ex Jp Industries), che di recente era stata messa in liquidazione. Non sarà un fulmine a ciel sereno, ma poco ci manca, se si considera che, in occasione dell’ultimo confronto avuto con i sindacati tre settimane fa, il management aveva ipotizzato la presentazione di un concordato al Tribunale fallimentare di Ancona (il secondo, dopo quello avanzato lo scorso gennaio e poi ritirato a febbraio, in seguito a dei rilievi del giudice competente in materia). 


 
Ieri, invece, l’azienda ha comunicato alle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm l’avvio della procedura di mobilità per la totalità dei lavoratori occupati negli stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e del Maragone e nell’impianto umbro di Gaifana, accrescendo la preoccupazione di tante famiglie che da anni devono fare i conti con una situazione di precarietà. «Solo nei siti di Fabriano, a oggi, sono occupate oltre 300 persone - sottolineano le parti sociali - che da tempo si trovano in cassa integrazione a causa della sospensione dell’attività per Covid. Alla luce del nuovo decreto di agosto, la direzione aziendale decide di procedere in maniera unilaterale con un licenziamento collettivo. Inoltre, a tutt’oggi, non risulta nessun piano di concordato presentato al Tribunale di Ancona. Pertanto, è il liquidatore, Giovanni Porcarelli, che decide in maniera unilaterale della sorte di 600 famiglie, senza dare spiegazioni su come intenderà sanare la situazione debitoria accumulata negli anni, una parte della quale proprio nei confronti degli stessi dipendenti». 

Fim, Fiom e Uilm ribadiscono la loro totale contrarietà a ogni tipo di licenziamento, «alla luce del fatto che - osservano i sindacati - ancora si possono utilizzare ulteriori strumenti di ammortizzatore sociale» e chiederanno immediatamente un confronto alla Regione e al ministero dello Sviluppo economico. Per lunedì, alle 10, è stata fissata l’assemblea sindacale con le maestranze nella sala mensa dello stabilimento di Santa Maria. 

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