Crisi-Indelfab, raddoppiata la copertura della cassa integrazione

Crisi-Indelfab, raddoppiata la copertura della cassa integrazione
Crisi-Indelfab, raddoppiata la copertura della cassa integrazione
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Mercoledì 16 Dicembre 2020, 11:01

FABRIANO  - Ammortizzatori sociali confermati per i dipendenti della Indelfab (l’ex Jp Industries). Anzi, raddoppiati. E questo potrebbe consentire ai soggetti in vari modi coinvolti nell’azione di sostegno dell’azienda fallita, istituzioni in primis, di individuare delle soluzioni adeguate a una situazione tanto annosa quanto difficile, che negli ultimi tempi si è fatta estremamente delicata.  

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Ieri, in occasione dell’esame congiunto per la cassa integrazione per cessazione di attività, organizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e svoltosi in videoconferenza, alla presenza, fra gli altri, dei sindacati, dei curatori fallimentari e di rappresentanti delle Regioni Marche e Umbria, si è proceduto alla proroga della cassa stessa.

In sostanza, la cassa integrazione per cessazione di attività, scattata per i 562 lavoratori di Indelfab (294 dei due stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e del Maragone, 268 dell’impianto umbro di Gaifana) il 16 novembre scorso e inizialmente prevista per sei mesi, ossia fino al 15 maggio 2021, è stata già prolungata per altri sei mesi, vale a dire fino al 15 novembre 2021. Al riguardo, ci sarà un apposito monitoraggio della procedura relativa alla cassa integrazione, tramite incontri e verifiche, e proseguirà il confronto già intrapreso con il ministero dello Sviluppo economico.

«Sono fondamentali la tutela dell’occupazione e il rilancio industriale - sottolineano le segreterie di Fim, Fiom e Uilm di Marche e Umbria - e ora, grazie all’ulteriore proroga dell’ammortizzatore sociale, si daranno tempo e modo ai curatori fallimentari di adempiere a tutte le procedure previste da una situazione così complessa e si permetterà di utilizzare al meglio il tempo, finalizzando tutte le attività per individuare dei percorsi di riqualificazione e di reindustrializzazione, che costituiscono l’obiettivo principale che tutti si sono posti». Secondo le parti sociali, «risulta, quindi, necessario superare immediatamente le criticità procedurali per concentrarsi sui progetti reali che, a onor del vero, sono stati più volte ventilati, ma che adesso è urgente che si manifestino. Il tutto, ovviamente, nell’interesse delle persone e dei vasti territori coinvolti in questo ennesimo dramma occupazionale». 

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