Blocco della Statale 76, gli operai di Elica in stato di agitazione permanente: si apre il tavolo di crisi

Il blocco della Statale da parte degli operai di Elica
Il blocco della Statale da parte degli operai di Elica
di Aminto Camilli
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 08:09

FABRIANO - Stato di agitazione permanente in tutto il Gruppo Elica. L’hanno proclamato Fim, Fiom e Uilm ieri sera, dopo l’incontro online organizzato dal ministero dello Sviluppo economico, che aveva convocato i sindacati e la Regione Marche. L’obiettivo è «difendere il lavoro – sottolineano le parti sociali in una nota – e il futuro della nostra azienda e di tutto il territorio».

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Che la situazione fosse bollente era già emerso con chiarezza nei giorni scorsi, nonché ieri in mattinata, quando i dipendenti degli stabilimenti di Mergo e Cerreto d’Esi hanno scioperato per due ore e mezzo (dalle 9 alle 11,30) e con i sindacati hanno messo in piedi una manifestazione di protesta nei confronti dell’azienda.

I lavoratori dell’impianto di Mergo e diversi esponenti di Fim, Fiom e Uilm sono usciti dalla fabbrica e si sono portati lungo la strada provinciale 9 (quella che scende da Apiro e conduce ad Angeli di Rosora), creando dei cordoni ai lati della carreggiata fino alla rampa d’ingresso alla strada statale 76. Una sessantina di manifestanti sono poi saliti in superstrada con bandiere e striscioni, bloccando il traffico per almeno un quarto d’ora, sotto gli occhi vigili delle forze dell’ordine, le quali hanno controllato che l’iniziativa si svolgesse nei modi e nelle forme contemplate dalla legge in materia. E così è stato. 


Nel pomeriggio, la vicenda Elica è stata affrontata in un vertice in videoconferenza, a cui hanno partecipato il Mise con il sottosegretario Stefano D’Addona e la funzionaria Chiara Cherubini, la giunta regionale con l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi e i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici. Un primo approccio, considerando che lo stesso Mise ha previsto l’avvio di un apposito tavolo di crisi sulla vertenza Elica per il 29 aprile. Fim, Fiom e Uilm hanno tenuto a ribadire le ragioni che le hanno spinte ad opporsi al piano di riorganizzazione annunciato dal management il 31 marzo scorso, che prevede ben 49 esuberi sui 560 dipendenti dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% della produzione italiana in Polonia, la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti del sito di Mergo.

«L’ostinazione a proseguire nel progetto – osservano le organizzazioni sindacali – non fa parte della storia e dei valori di Elica, per cui il piano dell’azienda va rigettato. Anche oggi (ieri, ndr) le istituzioni hanno riferito che la volontà del management è di procedere con il piano, dando al massimo la disponibilità ad attenuarne gli effetti». Ma le segreterie nazionali e territoriali di Fim, Fiom e Uilm «non ritengono percorribile – affermano le parti sociali – una discussione incentrata su delocalizzazioni in un momento di crescita del mercato, solo per inseguire logiche finanziarie che non tengono conto di chi lavora e rischiano di creare tensioni sociali». Pure il Mise e la Regione hanno ribadito contrarietà al progetto di Elica, confermando la loro disponibilità a valutare tutti gli strumenti da mettere a disposizione. Il capogruppo in Regione del Pd attacca la Giunta a suo dire accondiscendente alle strategie di Elica. «Abbiamo capito che né il presidente Acquaroli, né la sua giunta, compreso l’ex assistente parlamentare di Casoli e attuale assessore alle Attività economiche Mirco Carloni, hanno voluto sostenere le organizzazioni sindacali» aprendo «un tavolo di confronto con l’azienda».

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