Le assunzioni? Regna la precarietà. Scadono ottocento contratti al mese

Le assunzioni? Regna la precarietà. Scadono ottocento contratti al mese
Le assunzioni? Regna la precarietà. Scadono ottocento contratti al mese
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Sabato 8 Febbraio 2020, 10:40

FABRIANO  - Arrivare alla fine del mese è sempre più difficile. Le tasse, la necessità di far quadrare i conti in famiglia, una visita specialistica in più. Ne sanno qualcosa i tanti residenti nel comprensorio fabrianese che non lavorano o che non riescono ad avere un contratto a tempo indeterminato e spesso raggiungono l’ex ufficio del lavoro. Il sogno di tutti, in particolare delle nuove generazioni, è avere un lavoro stabile. I numeri del Centro per l’impiego di via Pavoni descrivono una società in continua mutazione anche a Fabriano e ad Arcevia, Cerreto d’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico. 

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Nel 2019 sono stati avviati 8.669 contratti. Un numero che può sembrare importante: sono 722 nuovi contratti al mese. Questo però non vuol dire che sono 8.669 le persone che hanno, almeno per qualche settimana o diversi mesi, lavorato. Un dipendente, nel corso dell’anno, può aver firmato diversi contratti che, ogni volta, sono stati prorogati. Rispetto all’anno precedente sono diminuiti di 162 unità (totale 8.831). Dal 2011 ad oggi il boom di contratti fatti si è avuto nel 2017 quando si raggiunse quota 10.971 che corrisponde a una media di 914 contratti stipulati ogni mese. Quello del 2019 è il valore più basso di avviamenti che il Centro per l’impiego ha raccolto. Negli anni 2011, 2012, 2013 e 2015 si è superata quota 9mila, nel 2014, 2016 e 2018 il totale si è fermato tra gli 8.700 e 8.800 contratti. Il 2019 ha visto scendere a quota 8.669. Contratti a tempo determinato, quindi, che hanno avuto una scadenza ravvicinata.

Sono 9.530 le cessazioni, 794 di media al mese. Il saldo è negativo: sono più i contratti che terminano, per scadenza naturale o per altri motivi causati dal perdurare della crisi economica e lavorativa che quelli in essere. Il dato dello scorso anno, facendo riferimento al periodo 2011-2019, è il più basso rispetto a tutti gli anni presi in considerazione. Mai è sceso al valore raggiunto al 31 dicembre 2019. Il record di cessazioni si è avuto nel 2017 quando toccò quota 11.865 (con un saldo negativo leggermente più alto dell’anno scorso visti anche i più contratti stipulati), o il 2014 quando arrivò a 11.015 cessazioni. Il saldo è stato sempre con il segno meno negli anni della crisi. Il peggio si registrò nel 2014 con -2.140 contratti (e ben 1.196 persone in mobilità) e nel 2018 con un rapporto tra avviamenti e cessazioni pari a -1.498. 

A conferma di questi dati la situazione del mondo del commercio. Negli ultimi mesi hanno chiuso diverse attività a Fabriano. Hanno già abbassato la saracinesca: Pierpaoli elettronica, Bar Bertin, Calzature Pallucca, il forno La Spiga, la rivendita Pan Fiore, due ortofrutta del quartiere Borgo, lo street food Volpetta, il ristorante cinese La Muraglia, il ristorante Sotto i portici e la pizzeria La Mattata. Altre sono purtroppo in programma.

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