Allarme Confcommercio: «A gennaio l’ombra delle chiusure ma non per colpa dell'emergenza sanitaria»

Allarme Confcommercio: «A gennaio l’ombra delle chiusure ma non per colpa dell'emergenza sanitaria»
Allarme Confcommercio: «A gennaio l’ombra delle chiusure ma non per colpa dell'emergenza sanitaria»
di Marco Antonini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Dicembre 2020, 19:33


FABRIANO -  «Nel nuovo anno potrebbero chiudere attività commerciali anche a Fabriano. La colpa non è dell’emergenza sanitaria, ma dell’improvvisazione dei piani alti del nostro sistema Italia». Così Mauro Bartolozzi, presidente Confcommercio della città della carta, nell’analizzare il clima che si sta respirando anche nell’entroterra. Il 2020, infatti, verrà ricordato come l’anno del Covid e di tutte le conseguenze nefaste che si è portato dietro. 

LEGGI ANCHE:

Dehors, procedura sprint per bar e ristoranti: mano tesa al commercio in affanno

 
Secondo Bartolozzi «bar e ristoranti sono stati trattati male», ma la situazione non è bella nemmeno per le altre attività. «Molti settori hanno avuto un calo del 45% - denuncia - complice anche l’incertezza che si respira». Nei prossimi mesi, quindi, con molta probabilità, diverse attività commerciali potrebbero chiudere. A Fabriano sarebbe il colpo di grazia di un comprensorio già in difficoltà per colpa delle vie di comunicazioni difficili, come il raddoppio della SS 76 e il completamento dell’opera atteso da diversi anni e la crisi industriale che non conosce sosta. Tra negozi chiusi nel fine settimana nei centri commerciali e una serie di limitazioni che sono state imposte agli esercenti, «per i negozianti tirare le somme non è facile perché il futuro appare nero». Bartolozzi analizza anche ciò che si registra, da giorni, in attesa delle possibili nuove restrizioni in arrivo. «Manca una settimana alla festa di Natale e ancora non è chiaro se i ristoranti potranno stare aperti o no».

Sono in molti a puntare il dito, un po’ dappertutto, in Italia, sui controlli che andrebbero potenziati e programmati quotidianamente nei luoghi di maggior frequenza visti anche i tanti comportamenti scorretti delle persone. «Servono più controlli - incalza Bartolozzi. - In questo momento il panico che si registra è peggio della chiusura vera e propria. Quando recupereremo ciò che abbiamo pagato e perso quest’anno? Mai». Senza dimenticare i contratti a chiamata, quei tanti lavoratori senza garanzie. E la “Lotteria degli scontrini”? Spiega il presidente locale di Confcommercio: «Qualcuno ha pensato che i registratori di cassa andavano programmati a dovere?». 

Tra spese continue e pochi clienti, quindi, sono state tante le preoccupazioni di un settore che, negli anni passati, in questo periodo, lavorava e bene. L’appello è al commercio responsabile. «Acquistate a Fabriano, sostenete i negozi di prossimità - dice Bartolozzi ai fabrianesi - perché dobbiamo aiutarci l’un l’altro». 
L’auspicio è il ritorno alla normalità nel prossimo anno, anche se è chiaro che non sarà una strada in discesa complice non solo la sfiducia che si respira, ma anche i comportamenti individuali di molti non sempre rispettosi della salute altrui. Secondo Bartolozzi «stiamo vivendo la stessa situazione critica che c’era nel secondo dopoguerra, quando bisognare ritrovare e ricostruire una prospettiva che era andata distrutta». Ora è tempo degli acquisti di Natale, contenuti, con meno budget del previsto vista l’assenza di feste e veglioni. Poi, però, a gennaio si tireranno le somme e non è escluso che qualcuno possa decidere di chiudere.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA