Era stato espulso, parcheggiatore abusivo
sorpreso di nuovo a chiedere soldi

Era stato espulso, parcheggiatore abusivo sorpreso di nuovo a chiedere soldi
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Martedì 8 Ottobre 2019, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 11:25
ANCONA - Prosegue l’azione dei militari del Comando Compagnia Carabinieri di Ancona quotidianamente impegnati nella capillare attività di controllo del territorio tesa a garantire sicurezza e rispetto della legalità.

Un giovane parcheggiatore abusivo, di origine ghanese, con numerosi precedenti alle spalle, già destinatario di un provvedimento di espulsione eluso, è stato sanzionato ieri mattina dai carabinieri nell’ambito dei controlli scaturiti a seguito delle segnalazioni ricevute dai cittadini anconetani  riguardo ai parcheggiatori abusivi che assediano le aree di sosta ospedaliere e quelle nei pressi del mercato.

Nello specifico, durante il mirato servizio a contrasto di questo fenomeno, i militari sorprendevano il soggetto avvicinarsi agli automobilisti, che avevano appena parcheggiato l’auto, e chiedere il “contributo” in cambio del “parcheggio sicuro”.

Bloccato dai militari il giovane ghanese è stato prima contravvenzionato, applicando le disposizioni entrate in vigore nel dicembre scorso che hanno inasprito le sanzioni applicate a chi svolge questa attività illecita, poi deferito alla Procura della Repubblica di Ancona per essersi sottratto alla precedente provvedimento di allontanamento e infine condotto presso la locale Questura per gli adempimenti connessi all’espulsione definitiva dal territorio nazionale.

Ammonta così a 771 euro la sanzione amministrativa pecuniaria per la violazione di quanto disposto dall’articolo 7 del Codice della strada, modificato dai provvedimenti legislativi, per coloro che esercitano l’attività di parcheggiatore senza averne l’autorizzazione ma che potranno addirittura finire in carcere se il soggetto risulterà recidivo, ovvero già sanzionato per la medesima violazione, o impieghi nell’attività illecita minori. In questo caso si applicherà, oltre alla confisca delle somme percepite, la pena dell'arresto da sei mesi a un anno e dell'ammenda da 2.000 a 7.000 euro.

 
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