ANCONA Raccolti di frutta e verdura ridotti di oltre 50% e a rischio ci sono anche la produzione di olio e vino. I coltivatori marchigiani sono in allarme per la prolungata mancanza di precipitazioni, che potrebbe portare alla perdita di buona parte dei raccolti, con inevitabili ripercussioni sui prezzi al consumo.
Dopo la nostra inchiesta sui fiumi in secca, ora parliamo dell’influenza che la siccità sta avendo sull’agricoltura.
La preoccupazione
Però ora preoccupa la produzione di frutta e verdura. «La frutta è composta al 90% d’acqua – fa notare il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Frau -. Senza di essa è inevitabile che ci siano problemi di resa». Sia dal punto di vista quantitativo, che dimensionale. «Sebbene i frutti abbiano un livello qualitativo persino superiore, in quanto la concentrazione degli zuccheri è più alta, risultano essere più piccoli e gli alberi meno carichi». Lo stesso per i prodotti da orto. L’erba medica potrebbe veder ridotto il numero di sfalci, mentre le seconde colture di piante come gli spinaci non essere seminate per niente.
Gli insetti
Va inoltre notato come la prolungata mancanza di pioggia abbia provocato la proliferazione di insetti nocivi, la cui presenza è quasi decuplicata. Tutto ciò porterà quasi certamente a una notevole riduzione dell’offerta, con conseguente rialzo dei prezzi. «Il calo delle rese nuoce tanto agli agricoltori, che vedono scendere i propri guadagni, quanto ai consumatori, che si trovano prezzi più alti e un mercato invaso da prodotti stranieri di dubbia qualità». Per questo Coldiretti ha chiesto al Governo contributi a sostegno degli agricoltori e incoraggiato questi ultimi ad assicurare le coltivazioni. «Nelle Marche abbiamo una bassa cultura assicurativa, ma si tratta di assicurazioni molto convenienti, rimborsate al 70% dallo Stato, che in caso di raccolto ridotto possono contribuire a tenere bassi i prezzi». Alcune regioni hanno già chiesto lo stato di calamità. Le Marche ancora no, ma molte colture, come l’ulivo e la vite, sono al limite dello stress idrico.
Il pericolo
Cioè si rischia di comprometterne la fruttificazione, cosa che avrebbe conseguenze disastrose sulla produzione di olio e vino. L’unica soluzione è irrigare. Ma quali possono essere le conseguenze se si arriverà a un razionamento dell’acqua per uso agricolo? «Il rischio è la perdita totale dei raccolti. Abbiamo chiesto contributi per la creazione di invasi privati. Nelle Marche tratteniamo appena il 10% di acqua piovana. Se ciascuno avesse la possibilità di creare la propria riserva non ci sarebbe più necessità di attingere dagli acquedotti. Da parte della Regione sono arrivate aperture, ma occorre sburocratizzare e permettere di realizzare tutto il più velocemente possibile».