Ancona, due ladre condannate per i furti agli anziani

Due ladre condannate per i furti agli anziani
Due ladre condannate per i furti agli anziani
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Venerdì 8 Novembre 2019, 07:35

ANCONA - Si introducevano negli appartamenti degli anziani con una scusa e poi facevano man bassa di gioielli e contanti. È questo il modus operandi che la procura ha attributo a due donne, parenti tra loro, finite a giudizio con l’accusa di aver ripulito tre abitazioni a Camerano, tra aprile e giugno 2013. Nel capo d’imputazione era presente anche un tentato furto. Per le ladre, una 34enne originaria di Jesi e un’aquilana di 35 anni, è arrivata la condanna inflitta dal giudice Edy Ragaglia: la prima è stata condannata a tre anni e quattro mesi di reclusione, la seconda a quattro anni.

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Stando alle indagini, tutti i colpi contestati alle imputate sarebbero avvenute grazie alla complicità di un rimasto però ignoto. Il primo furto risale al 12 aprile del 2013, quando le ladre si erano introdotte nell’abitazione di una coppia di anziani: lei 82enne, lui 88enne. Si erano fatte aprire la porta con la scusa di dover ritirare dei capi d’abbigliamento da dare in beneficenza. Nelle mani delle ladre era finito un malloppo di circa 5mila euro, tra collane, anelli e bracciali asportati dalla camera da letto. Pochi giorni dopo, nella trama delle imputate era finita una 92enne relegata su una sedia a rotelle. Alla disabile era stata sfilata con destrezza la collana d’oro che teneva al collo. Il 2 maggio, sempre a Camerano, le ladre erano riuscite ad entrare in casa di una 91enne, mettendo le mani su un malloppo di 10 mila euro, tra contanti e monili in oro. Anche in questo caso, era stata usata la scusa del ritiro dei capi usati da dare alle persone bisognose. Mentre la vecchina veniva trattenuta sulla terrazza dalla 35enne, fattasi aprire con la scusa di essere un’amica della sorella della vittima, un complice si impossessava del bottino in camera da letto. Il tentato furto risale al 27 giugno 2013. La difesa degli imputati era sostenuta dai legali Alessandro Sorana e Francesca Petruzzo. 

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