ANCONA Anticonformista, rielle, generosa. Un’ex teddy boy, una veterinaria mancata, una dottoressa scrupolosa e una madre affettuosa. Con la stessa grinta con cui da ragazza ha lottato per i suoi ideali e ha studiato per realizzarsi, ha combattuto la malattia, spietata. Si è spenta ieri pomeriggio all’hospice di Loreto, Donatella Banzola, 82 anni, fondatrice del laboratorio di analisi Ab di corso Amendola, uno dei più conosciuti della città.
Il dolore
Lascia il marito Misha Filipovic Ricci e i figli Benedetta Azzurra (oculista a Forlì), Gianmaria e Stefano, che amava definire il suo “angelo custode”, nonché responsabile dell’area tecnica nel laboratorio inaugurato nel 1976, a due passi dall’ex ospedale civico Umberto I, insieme all’ex socio Vitaliano Achilli, che poi ha ceduto le proprie quote al dottor Alessandro Arcagni. Originaria di Faenza, Donatella da ragazzina sognava di fare la veterinaria, spinta da un innato amore per gli animali. In una bellissima intervista rilasciata al Corriere Adriatico nel 2017 raccontò che fu il padre, ex dirigente di banca, a indirizzarla verso la Medicina: «Come faresti sennò, con quelle braccine esili, a far partorire una mucca?». Ribelle e generosa, «una delle prime a indossare il blue jeans a Faenza», dopo aver scartato Veterinaria, si iscrisse a Medicina a Bologna. La laurea, la specializzazione in Ematologia, il primo lavoro all’ospedale di Ravenna, poi nel 1972 il matrimonio con Misha Filipovic Ricci, suo ex compagno di corso che veniva da Ancona, dove insieme si trasferirono con la nascita della primogenita Benedetta. Quindi, l’assunzione all’Umberto I e, nel 1976, la svolta con la decisione di aprire il laboratorio di analisi. Una vita nel segno del lavoro, della famiglia, dell’amore. «Ci hai dato tutto quello che potevi - il ricordo commosso del figlio Stefano su Fb -, ti amo mamma, ti amerò per sempre».
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