Filottrano, domani alle 10 l'addio a Leo Moretti, morto a 43 anni per un malore: le Marche si stringono attorno la famiglia Lardini

Filottrano, Leo Moretti morto a 43 anni. Lo strazio dello zio Andrea Lardini: «Ho provato a salvarlo, ma era troppo tardi»
Filottrano, Leo Moretti morto a 43 anni. Lo strazio dello zio Andrea Lardini: «Ho provato a salvarlo, ma era troppo tardi»
di Talita Frezzi
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Lunedì 7 Novembre 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 08:12

FILOTTRANO - Un lutto improvviso colpisce la famiglia Lardini, titolare del brand Lardini Spa conosciuto in tutto il mondo fin dagli anni Settanta per la cura sartoriale e la creatività dei modelli di alta gamma che dettano la moda soprattutto al maschile.  Questa famiglia, unita da solide trame di amore e vicinanza, piange la scomparsa improvvisa di Leo Moretti, 43 anni, figlio di Lorena Lardini (fondatrice del gruppo assieme ai fratelli Luigi, Andrea e Annarita) e Mauro Moretti. Un giovane imprenditore capace, dinamico, appassionato. Da oltre vent’anni nell’azienda di famiglia, era responsabile dei campionari e del brand “Tommy Hilfiger”.

 
La fine all’improvviso 


Leo è stato colto da malore sabato sera, nella sua abitazione.

Era stato a cena con degli amici, poi poco dopo le 23 è tornato a casa e si è messo a guardare la tv. Improvvisamente il malore fatale. «Sono stato io a trovarlo, insieme alla moglie Laura e al padre, non respirava già più. Gli ho fatto il massaggio cardiaco, ho provato a salvarlo». Piange il presidente del Gruppo, Andrea Lardini, da pochi giorni nominato Cavaliere del lavoro.


Il dolore 

Piange per quel nipote che considerava come un figlio e che aveva cresciuto in azienda tanto da farlo diventare il suo braccio destro per la cura del brand “Tommy Hilfiger”. Piange, perché è l’unica cosa da fare, adesso che nulla ha potuto salvare Leo da un destino così spietato. «Siamo arrivati troppo tardi - racconta ancora Andrea Lardini - ma non potevamo immaginare… era da solo, non ha fatto neanche in tempo a chiamare aiuto». L’ultimo messaggio è delle 22,40 al figlio maggiore, che era fuori a cena con gli amici e si sarebbe fatto riaccompagnare da loro. Da quel momento più nulla. Lo hanno trovato esanime verso mezzanotte e mezzo. «Siamo rientrati a casa e lo abbiamo trovato senza vita». I tentativi disperati di rianimarlo, le chiamate al 112 e la corsa dell’automedica del 118 di Jesi e dell’ambulanza della Croce gialla di Santa Maria Nuova. Minuti interminabili, attesa fremente e paura. Il trasporto in codice rosso al Pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi e da lì, subito nel reparto di Rianimazione dove si è spento alle 6,30 di ieri mattina. «Ha avuto un reflusso e una conseguente fibrillazione cardiaca – dice con la voce rotta dalla commozione Andrea Lardini – che lo ha portato alla morte cerebrale. Non si è più ripreso. Oggi ci sentiamo distrutti, come se il sole non sorgesse più. Perché Leo, così dolce, solare, sorridente era il sole in azienda».


Continua, come a volerlo coccolare. «Stava con me da quando era piccolo, conosceva tutti. Abbracciava tutti, tutti gli volevano bene. Noi in azienda curiamo molto la crescita dei giovani, lui era uno di quelli che professionalmente si era guadagnato la stima di dipendenti e clienti per la dedizione al lavoro e la grande umiltà. Arrivava presto e usciva tardi, amava quello che faceva. È come se avessi perso un figlio». Per i medici quella che ha strappato Leo all’amore della moglie Laura, dei loro tre figli e della grande famiglia Lardini, è una morte naturale. «Stava bene – conclude Andrea Lardini – ed era felice. Una tragedia per la nostra famiglia ma anche per l’azienda che perde una persona importante». I funerali domani alle 10 nella chiesa di San Francesco. 

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